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‘Ecomostro’ in costruzione a Campo Ascolano: chiesto stop cautelativo del cantiere

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Il cantiere come appariva ad ottobre dello scorso anno

Torniamo ad occuparci della vicenda riguardante il presunto abuso edilizio a Campo Ascolano, Pomezia, riguardante un cantiere in corso d’opera in Via Tanaro. Proprio in quest’area decisamente satura di ‘cemento abitativo’ – riepiloghiamo brevemente per chi non fosse a conoscenza di quanto sta accadendo (qui invece l’intera vicenda raccontata sin dal principio) –  il Comune di Pomezia ha autorizzato la costruzione di quello che i residenti, congiuntamente al Comitato di Quartiere di Campo Ascolano, non esitano a definire un vero e proprio “ecomostro”. Il perché è facilmente intuitivo considerando le foto: accanto a delle villette sta sorgendo infatti, sulle ceneri di un ormai ex villino bi-familiare, praticamente un palazzo che nulla ha a che vedere con l’urbanistica presente nell’area e che, soprattutto, va a deturpare il paesaggio esistente (senza contare gli inevitabili disagi che recherà alla popolazione). 

Il primo stop ai lavori

Tra maggio e giugno dello scorso anno, il suddetto cantiere era stato in effetti fermato, ci raccontava il Comitato di Quartiere di Campo Ascolano, per circa 45 giorni, dando seguito all’ordinanza n.2 del febbraio 2016; la sospensione era stata dettata proprio dal sospetto di alcune irregolarità ma poi, senza che nessuno abbia fornito spiegazioni ai cittadini, il cantiere aveva ripreso le attività a pieno regime. In tutto questo, a far rumore, era stato il totale silenzio da parte dell’Amministrazione Comunale, interpellata a più riprese sia dalla popolazione, sia dalla nostra redazione ad esprimersi in merito. Pochi giorni fa tuttavia, è arrivata una novità importante sulla vicenda: un intervento da parte della Direzione Regionale Territorio, Urbanistica e mobilità – Area Vigilanza Urbanistico-Edilizia e contrasto all’abusivismo della Regione Lazio (chiamata ad esprimersi sulla questione a seguito di un esposto presentato dal Comitato di Quartiere di Campo Ascolano nei mesi scorsi, ndr).

Chiesti chiarimenti e sospensione cautelativa del cantiere

 

La Direzione Regionale Territorio, Urbanistica e mobilità – Area Vigilanza Urbanistico-Edilizia e contrasto all’abusivismo della Regione Lazio scrive al Comune di Pomezia protocollando una nota, n. di riferimento 92787 del 22/02/2017, con la quale richiede al Comune di Pomezia di ri-verificare l’intera procedura, chiedendo “al Dirigente Comunale di voler verificare lo stato delle procedure […] e di voler disporre cautelativamente la sospensione dei lavori al fine di non compromettere le successive valutazioni di merito”.

Questo sulla scorta dei documenti consultati dal funzionario regionale – si legge ancora nella nota di cui sopra – presso gli uffici comunali di Pomezia lo scorso 9 febbraio; “In tale sede” – citiamo ancora – “si sono potuti esaminare gli elaborati progettuali e verificata la normativa urbanistica vigente al momento del rilascio del titolo edilizio”. 

Cosa ha ravvisato dunque il funzionario regionale? Sulla base di quanto esaminato, fatta salva altra documentazione (precisa lo stesso funzionario), è stato possibile stabilire quanto segue (citiamo testualmente):

“Le norme tecniche di attuazione del medesimo P.P. prevedevano per il lotto oggetto dell’intervento edilizio (Zona RC Residenziale) come riportato all’art. 2 le seguenti modalità costruttive: ‘Zone Rc residenziale satura ad attuazione diretta. Trattasi di edificazione satura in cui sono consentiti solo interventi di manutenzione, restauro, risanamento e ristrutturazione edilizia, come definiti dall’art. 3 del D.p.r. 380/2001. La ristrutturazione previa demolizione e ricostruzione è consentita fino al raggiungimento della densità territoriale esistente. E’ altresì ammessa la demolizione e ricostruzione delle cubature esistenti o il loro accorpamento […] Gli interventi sono assoggettati al rispetto delle seguenti disposizioni : – altezza massima di 7.50 ml alla gronda o all’intradosso dell’ultimo solaio; -distacchi dai confini 5,00 ml”.

“Il P.diC. – leggiamo di seguito – prevedrebbe per contro la realizzazione di una nuova costruzione mediante il coefficiente di edificabilità pari a 1 mc/mq, concretizzatosi sul lotto formatosi dal frazionamento e demolizione della precedente unità residenziale, in virtù di una superficie pari a mq. 1085, mediante rilascio di una nuova volumetria per mc. 1048.55. Inoltre tale edificio risulterebbe previsto con altezza mt.9 per numero di tre piani fuori terra. In particolare – altro punto menzionato – oltre alla citata eccedenza volumetrica, l’ulteriore terzo piano risulterebbe non conteggiato ai fini volumetrici e quindi oltremodo eccedente la originaria richiesta volumetria di mc. 1048.55 in quanto ritenuto ‘volume tecnico’; il distacco – in un’ultima analisi – dai confini pari a ml. 5,00 non sarebbe rispettato nei vari aggetti o balconi presenti”.

Quindi la conclusione: “Si delineerebbe come fortemente irregolare l’avvenuto rilascio del P.diC. in oggetto per eccesso di volumetria, eccedenza del numero dei piani fuori terra, mancata quantificazione volumetrica del piano terzo a cui non può essere attribuita la qualificazione di volume tecnico, mancato rispetto delle distanze dal confine”.  

 

Il commento dei residenti

“Nonostante questa comunicazione il cantiere non è stato fermato – raccontano infatti gli abitanti ed il Comitato di Quartiere di Campo Ascolano – siamo esasperati! Ma perché il Comune non interviene per fare chiarezza sulla situazione? L’Amministrazione non può continuare a far finta di niente!”

 

 

 

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