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Pomezia, Fucci querela ‘tutti’, ma il giudice gli dà torto

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“Sono stati querelati tutti”. Così, in caratteri cubitali, scriveva il 3 marzo 2016 l’allora sindaco di Pomezia Fabio Fucci sulla sua pagina Facebook, riferendosi a una consigliera del PD, Imperia Zottola, al segretario dei Giovani Democratici Danilo Risi e ad altri quattro semplici cittadini che, secondo Fucci, lo avevano diffamato attraverso dei commenti caustici postati come commenti sullo stesso social network.

L’ex primo cittadino, dopo aver letto quelle che per lui erano offese gratuite, aveva deciso – insieme a numerosi altri esponenti del Movimento 5 Stelle – di sporgere querela.

 

ECCO CHI DECISE DI QUERELARE POLITICI E CITTADINI COMUNI

Oltre a Fucci, la querela fu firmata dagli assessori Federica Castagnacci, Elisabetta Serra, Giuliano Piccotti, Giovanni Mattias, Emanuela Avesani, Lorenzo Sbizzera e dai consiglieri comunali Renzo Mercanti, Mirella Monti, Stefano Alunno Mancini, Federica Mercanti, Giuseppe Raspa, Dario Vitiello, Daniela Sorrentino, Francesca Stefanutti, Salvatore Pignalosa, Claudia Picca, Nicola Castelmezzano, Adriano Velli, Francesca Romana Monni, Adriano Zuccalà e Gianfranco Petriachi.

IL PROCEDIMENTO PENALE

Il procedimento era stato archiviato in fase iniziale dal giudice delle indagini preliminari ma Fucci e altri grillini si sono opposti all’archiviazione, chiedendo di andare avanti, probabilmente per lanciare un monito che facesse da esempio a chi osava dissentire pubblicamente e magari in maniera un po’ pesante, abitudine sicuramente non troppo educata, ma peraltro ampiamente condivisa sia agli iscritti e dai simpatizzanti del Movimento che dallo stesso Fucci. Come non ricordare, infatti, che proprio al direttore di questo giornale Fucci diede della “sempliciotta” in un post pubblico? Evidentemente l’ex sindaco non ha tenuto in mente il detto, opportunamente adeguato alla situazione, “chi di offesa social ferisce di offesa social perisce” e, quando è toccato il suo turno di essere oggetto di presunti insulti ha immediatamente fatto ricorso alle vie legali dando l’incarico all’avvocato Luigi Leoncilli, mentre a difendere i querelati è stato l’avvocato Luca Goffredo.

Ma anche l’opposizione al ricorso ha visto Fucci sconfitto. Il Giudice Giuseppe Boccarrato il 17 aprile ha così concluso la sua sentenza: “dispone l’archiviazione del procedimento e ordina la restituzione degli atti al P.M. in sede”.

La motivazione è semplice: per il giudice si è trattato dell’espressione del legittimo diritto di critica. Inoltre, visto che si parlava genericamente di di “amministrazione”, la diffamazione – reato costituito dall’offesa della reputazione di una persona determinata – non poteva essere applicata perché questa deve essere chiaramente riconducibile, appunto, a una data persona, cosa che nei commenti non è mai avvenuta.

Fucci e tutti gli altri che allora fecero i roboanti post avranno ora il coraggio di scrivere, così come viene solitamente richiesto per le smentite ai giornali, un post altrettanto evidente in cui si ammette di aver sbagliato?

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