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Pomezia, 30 nuovi disoccupati: chiude l’Elcograf

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Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta degli ex dipendenti dello stabilimento Elcograf (ex Mondadori), fino a pochi giorni fa attivo nella nostra città in Via Costarica. A perdere lo stipendio sono oltre 30 famiglie che ora non sanno come andare avanti. L’amarezza – come si evince dal documento (nella foto) – nasce soprattutto dal comportamento che i vertici dell’azienda avrebbero avuto nei confronti della filiale di Pomezia, abbandonata praticamente a sé stessa, considerata non degna (un “cancro”) di un reale e concreto interessamento. I lavoratori si definiscono “numeri”, semplici “cose” nelle mani di chi, accusano, non ha mai avuto scrupoli verso di loro tanto da decretarne il triste destino e per di più in sordina (e soprattutto in termini rapidissimi), facendo cadere nel vuoto anni e anni di promesse rivelatesi oggi, all’indomani della chiusura, pure illusioni e falsità. Ovviamente, leggiamo ancora, non vogliono fare di “tutta un’erba un fascio” ma ai responsabili del “taglio netto” dello stabilimento di Pomezia augurano di provare sulla loro pelle quello che stanno passando loro, pur dicendo loro ironicamente di passare “buone feste”. “Vi vantate di essere riusciti a chiudere Pomezia, ora vi sentite veramente soddisfatti?“, sentenziano i lavoratori.

Insomma un’altra brutta, bruttissima storia in questo tempo maledetto di crisi. Continueremo a seguire e ad approfondire la vicenda per cercare di capire eventuali responsabilità e colpevoli (se ce ne sono) di tutto questo. Intanto però, come accade sempre o quasi, le vittime sono sempre le stesse, i lavoratori pronti ad entrare loro malgrado nell’esercito dei disoccupati italiani.

IL TESTO DELLA LETTERA

“Scrivo a nome di tutti i lavoratori dello stabilimento AGR di Pomezia, per salutare tutti i ns colleghi e colleghe dei vari siti del gruppo; alcuni li abbiamo conosciuti in questo lungo cammino, altri non abbiamo fatto in tempo e altri ancora non li avremmo incontrati mai, ma comunque vogliamo che il ns. saluto sincero arrivi davvero a tutti, di cuore.
Speriamo che queste righe arrivino in tutte le bacheche sindacali del gruppo Elcograf anche se teniamo a precisare che scriviamo come singoli lavoratori.
La nostra storia è arrivata al capolinea; la proprietà ha deciso di staccare la spina, si perché questo “cancro” che era diventato il sito di Pomezia, da anni ormai veniva curato con l’Aspirina;
noi continuavamo a dire, che no, non bastava, che ci voleva più oculatezza nelle scelte del farmaco e tutti a dire no, il “farmaco è quello giusto”…peccato che a dirlo non fossero veri medici.
Questa metafora per dire che alcuni si sono “divertiti” con noi,lavoratori, uomini, mariti, padri…giocavano con noi come fossimo cose, oggetti, e noi ingenui a crederci, a credere che puntavano su un nostro reale rilancio, a collaborare, gridando aiuto consigliando risparmi e modi di lavorare assurdi da cambiare, ma niente, noi non eravamo capaci; che ci vuole, aumenti la velocità, togli una persona, diminuisci i tempi degli avviamenti, ti tagli il salario a cosa è servito? Pomezia ha chiuso lo stesso e adesso? 36 famiglie le avete mandate a casa ok, ma voi? Voi che sapevate tutto, voi che avevate la soluzione, voi che “vi vantate di essere riusciti a chiudere Pomezia”? Quando guardate i vs cari con i vostri sguardi vuoti e falsi, riuscite a vedere nei loro occhi quelli dei nostri figli? Riuscite a provare quella sensazione di vergogna e quell’olezzo che, quello si, vi appartiene? Voi, come noi, non vi svegliate di notte all’improvviso? Noi per la paura del futuro dei ns cari, ma voi, spero, speriamo, perché il sonno che state dormendo non è il sonno dei giusti..voi quindi?
Pagherete il prezzo del fallimento o avrete un osso dal padrone?
E comunque anche a voi, che avete “svuotate” Pomezia dei lavori che portavano guadagno, lasciandoci solo lavori di serie B; a voi, noi lavoratori di Pomezia, augriamo buone feste, ma soprattutto auguriamo quello che voi negli anni avete augurato a noi, anzi il doppio, di veri cuore;
augurandovi però che prima o poi possiate sentire la sensazione di vuoto, quella che stiamo provando noi in questi giorni, sperando che quando la proverete siate soli, soli con voi stessi, senza amici con cui sfogarvi, senza visi amici, soli con persone “sole” come voi, inutili.
Non vogliamo fare di tutta un’erba un fascio, perché pochi dirigenti, hanno portato rispetto alle nostre storie e alle ns. persone e a loro non riusciamo, anche se sarebbe facile, a volere male, ma ad altri…
Quando tutte le parole
sai che non ti servon più
quando sudi il tuo coraggio
per non startene laggiù
quando tiri in mezzo Dio
o il destino, o chissà che
che nessuno se lo spiega
perché sia successo a te..
Questo è quanto cantava Ligabue, non serve a nulla sia ben chiaro, ma l’augurio che se vi capitasse di ascoltarla vi ricordiate di noi, numeri, “cose” di Pomezia. Ci dispiace solo che non siamo riusciti a soddisfarvi a dovere, perché non avete tolto il cuore e il sorriso…Non sforzatevi di capire, sono due cose che non avete mai avuto e che non avrete mai.
Alcuni di noi si reinventeranno mestieri e lavori, altri troveranno altro da fare, alcuni spero pochissimi nulla, ma ognuno di noi sarà una storia da raccontare ad altri, vita vissuta in una fabbrica, con colleghi, tra amici..
Buone feste a tutti voi che non sarete mai niente, a quelli come noi invece, Buon Natale e Buon Anno, a voi e a tutti i vostri cari.”

I Lavoratori della AGR di Pomezia

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