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Pomezia. L’appello congiunto del sindaco, della clinica S. Anna e della nostra redazione: Coronavirus, evitiamo di diventare una zona ad alto contagio

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Evitiamo di diventare una zona ad alto contagio: è l’appello della nostra redazione, del sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà e di tutta l’amministrazione comunale e della casa di cura S. Anna.

Per farlo bisogna adottare dei comportamenti responsabili, primo fra tutti quello di NON recarsi al pronto soccorso quando si hanno sintomi influenzali, febbre, tosse o vomito. In questi casi è importantissimo, per evitare eventuali contagi e il diffondersi del Coronavirus a macchia d’olio, che si resti a casa. Bisogna per prima cosa chiamare il proprio medico curante, oppure il numero verde 800 118 800. Se non riuscite a prendere la linea, potete anche chiamare il 112, vi passeranno loro il 118.

Purtroppo oggi, da come ci viene riferito, si sono verificati a Pomezia casi di persone che, nonostante fossero in quarantena, abbiano violato le disposizioni e, senza seguire il protocollo si sono recate al pronto soccorso del S. Anna, che solo ieri, grazie alla grande abnegazione e disponibilità di tutto il personale aveva riaperto dopo i 3 casi accertati di Coronavirus.

Immediatamente sono scattate le procedure per la disinfezione di tutti i locali e sono state prese tutte le misure di prevenzione, cosa che ha rallentato moltissimo le attese dei pazienti giunti per altre patologie.

Questo comportamento, oltre a diffondere il virus, mette quindi in pericolo chi si reca al pronto soccorso perché affetto da altre malattie: se in quel momento fosse arrivato un cardiopatico con infarto in corso, il rischio per lui sarebbe stato altissimo, visto che il pronto soccorso era bloccato per colpa delle persone positive al COVID-19 che vi si erano recate.

Invitiamo quindi i nostri concittadini ad attenersi ai comportamenti consigliati dal Governo, dal Ministero della Salute e dalla Regione Lazio, che riassumiamo per comodità, ricordando che chi è in quarantena non può e non deve uscire di casa.

Oltre alle norme già diffuse, si consiglia di non portare i bambini alla clinica S. Anna, ma direttamente al Bambino Gesù per evitare i doppi passaggi (a Pomezia non c’è la pediatria), ricordando comunque che al pronto soccorso si fa solo in casi estremi. Febbre, tosse e starnuti sono sintomi che si possono curare a casa con il supporto del medico di famiglia.

Adesso il primo obiettivo è quello di arrestare i contagi, cioè fare in modo che il numero di persone che ogni individuo infetto contagia a sua volta diminuisca progressivamente. Le misure restrittive decise finora servono a questo.

Come difendersi dal Coronavirus: le regole

– lavarsi frequentemente le mani, con acqua e sapone o con soluzioni a base di alcol per eliminare il virus

– evitare di toccarsi la bocca, il naso e gli occhi se non si è avuto modo di lavarsi le mani

 – evitare di frequentare i luoghi affollati

– mantenere una certa distanza – almeno due metri– dalle altre persone quando tossiscono o starnutiscono o se hanno la febbre, perché il virus è contenuto nelle goccioline di saliva e può essere trasmesso col respiro a distanza ravvicinata

– Ricordatevi di tossire nell’incavo del braccio e non nel palmo della mano.

– se avete febbre, tosse o difficoltà respiratorie bisogna stare in casa, non bisogna andare al pronto soccorso o presso gli studi medici ma telefonare al medico di famiglia (o pediatra o guardia medica), oppure chiama il numero verde 800 118 800. Utilizza i numeri di emergenza 112/118 soltanto se strettamente necessario.

In via precauzionale è utile limitare il più possibile i contatti sociali: evitare di salutarsi stringendosi la mano, di abbracciarsi o baciarsi. Per quanto riguarda gli over 65 con patologie, ma anche se si è più giovani e si hanno sintomi compatibili con il Coronavirus, il consiglio è quello di restare a casa, per quanto possibile.

Per concludere:

In questo momento serve essere responsabili e prudenti: dobbiamo essere uniti, perché questa è una battaglia che possiamo e dobbiamo vincere tutti insieme.

 

 

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