«Il giorno della diagnosi – racconta il 72enne – non ho realizzato subito di essere affetto da una gravissima patologia. Quando i medici mi hanno detto di avere il mesotelioma non avevo capito che si trattasse di cancro polmonare provocato dalle polveri di amianto. Nel momento in cui ho capito di avere la ‘bestia’ dentro di me, la mia vita è cambiata totalmente. Senza futuro non si vive. E quando hai il cancro non hai un futuro. Domani potrebbe non arrivare mai. Purtroppo. Da aprile mi sottopongo a periodici cicli di chemio. Fino a oggi ne ho fatti due: uno da 4 e uno da tre. La settimana successiva ai farmaci chemioterapici sto male. Nausea, vomito, malessere generale, non mi danno tregua. Poi gli effetti collaterali vanno scemando e quando comincio a sentirmi meglio, arriva il giorno di una nuova chemio. Un calvario. Un calvario che avrei potuto evitare se non fossi stato per 17 anni, tutti i giorni, a contatto con le polveri dell’amianto. Le spore sprigionate le ho inalate tutti giorni. Ho inalato veleno per 17 anni e questo è stato il risultato».

«Il mesotelioma della pleura – spiega l’avvocato Bonanni – è una neoplasia mortale.  Se il danno biologico è inferiore al 16%, ma quantomeno pari al 6%, il lavoratore esposto all’asbesto ha diritto a ottenere il riconoscimento dell’indennizzo del danno biologico (indennizzo Inail in un’unica soluzione). In ogni caso, il lavoratore ha diritto al rilascio della certificazione, quindi con accredito maggiorazioni contributive amianto e prepensionamento. Per i lavoratori già in pensione vi è il diritto all’aumento della prestazione pensionistica Inps».