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Pomezia, presunti favoritismi e regolamenti calpestati in Comune: aperta un’inchiesta in Procura

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Sono ombre pesanti, quelle che si addensano sul Comune di Pomezia, a seguito dell’esposto-denuncia presentato nel giugno del 2019 da 4 dipendenti, stanchi di essere superati nel lavoro dai “soliti noti”, ma soprattutto stanchi di vedere regolamenti violati a favore di determinate persone. Questo, almeno, è quello su cui dovranno fare luce gli uomini della Guardia di Finanza, a cui il GIP Emiliano Picca ha assegnato le indagini.

Le accuse

Si parla di punteggi che vengono assegnati senza che ci siano dei criteri oggettivi: al contrario, vengono dati punteggi superiori solo a determinate persone, che risultano essere amiche di dirigenti o amministratori in carica. Questo nonostante il Movimento 5 stelle si fosse fatto paladino della legalità. Se le accuse presentate nella denuncia formalizzata dall’avvocato Sergio Bellotti, venissero dimostrate dai risultati delle indagini, verrebbe invece fuori un quadro ben diverso: clientelismo, favoritismi e discriminazioni. Ad andare avanti sarebbero quindi stati solo alcuni privilegiati, favoriti magari anche se solo con diploma rispetto a chi invece aveva una laurea, “con determinazioni – si legge nella denuncia – che vengono assunte in materia di assegnazione dei ruoli, programmazione della progressione delle carriere ed attribuzione delle posizioni organizzative non appaiono conformi alla regolarità degli atti amministrativi ma, invece, palesemente difformi alle normative ed ai Regolamenti comunali vigenti“. E non solo. I quattro dipendenti sostengono che si trattava di un modus operandi che andava avanti ormai da tempo in modo regolare, violando il contratto di lavoro: “Nelle determinazioni con le quali i dirigenti del Comune di Pomezia hanno regolato l’attribuzione degli incarichi delle posizioni organizzative che, di anno in anno vengono assegnate ai Funzionari interni agli Uffici, a ben vedere sono regolarmente violate le norme del CCNL che regolano e stabiliscono le modalità di istituzione delle posizioni di lavoro concernenti l’area della predette posizioni organizzative”, si legge nella denuncia.

L’assurdità della decisione del Procuratore Capo

Ma dopo 10 giorni dalla presentazione della denuncia il procuratore capo l’ormai l’allora procuratore capo Francesco Prete decide di archiviare la denuncia, come “non notizia di reato”. Ma l’archiviazione non è un suo potere, in quanto può essere decisa solo dal giudice e non dal procuratore. L’avvocato, nel vedere che la motivazione è nella mancanza dell’elemento soggettivo, presenta immediatamente una memoria di opposizione a questa decisione, sostenendo che la situazione va ben oltre la discrezionalità concessa alle pubbliche amministrazioni e quando accaduto sarebbe sfociato nell’abuso d’ufficio e nell’omissione di atti d’ufficio e sottolineando che si tratta di un “Procedimento non consentito dall’ordinamento e che anzi da esso appare del tutto avulso, sì da avere, come detto, i connotati di un vero e proprio atto abnorme”. A questo punto Prete è costretto a ritirare l’archiviazione e a presentare una domanda di archiviazione al GIP, che invece decide di voler vedere chiaro su questa vicenda. Il giudice delle indagini preliminari Emiliano Picca, infatti, rigetta la richiesta di archiviazione affidando alla Guardia di Finanza le indagini.

Le differenze tra amici e non

Secondo l’avvocato Sergio Bellotti c’è “una divisione a monte tra amici e non e ogni determinazione dell’ente nella distribuzione di incarichi, ruoli, posizioni, viene regolata non da criteri oggettivi di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione, ma dalla precisa e pervicace volontà di premiare i dipendenti e dirigenti che sono all’interno del sistema politico e amicale del gruppo che amministra l’ente”. “Così, per quanto riguarda le Posizioni Organizzative – scrive ancora Bellotti – oltre a quanto già segnalato nella denuncia getica del presente procedimento, il denunciato “metodo” ha consentito anche per l’anno in corso che su 13 Posizioni Organizzative (due di quelle previste dalla delibera di Giunta Comunale 184/2019 e s.m.i., non sono di fatto mai state assegnate, una presso la Polizia Locale e una presso gli Affari Generali) quasi tutte siano state assegnate alle stesse persone e che i dipendenti esclusi, come per gli esercizi precedenti, siano sempre gli stessi: estranei alla cerchia degli amici dei dirigenti e degli amministratori solo per questo pretermessi nei loro diritti”. Senza contare le “motivate e valutazioni “parziali” e più generose valutazioni effettuate a favore di altri candidati costituiscono – in uno – il vulnus del provvedimento e la prova della mala gestio degli Organi comunali”. “Inoltre alcune Posizioni Organizzative appaiono prive di utilità per l’Ente e sembrano create appositamente per essere assegnate a predeterminate persone, senza l’effettivo svolgimento di funzioni di direzione del Settore per il quale sono assegnate”. Un quadro davvero pesante, su cui è necessario fare chiarezza al più presto.

Il fascicolo è andato in mano al Sostituto Procuratore Giuseppe Travaglini, che dovrà stabilire come stanno esattamente le cose.

 

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