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Prima gli sferra un pugno, poi la richiesta di chiarimenti arriva ‘a suon’ di coltellate: feriti 5 indiani

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Violenta lite tra fratelli finisce a coltellate

Una violenza improvvisa, che non si aspettavano quella che ha visto coinvolto un gruppo di ragazzi indiani la sera del 25 luglio scorso a Fondi, in provincia di Latina.

A seguito della violenta aggressione che è partita dal centro cittadino e culminata poi sotto casa dell’aggressore, il personale del Commissariato Distaccato della città ha tratto in arresto in flagranza di reato un ragazzo minorenne. Quest’ultimo, privo di precedenti di Polizia, ora è indagato per i reati di tentato omicidio, porto di armi od oggetti atti ad offendere, lesioni aggravate.

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Violenta lite in strada: la segnalazione

Come anticipato, i fatti risalgono al 25 luglio scorso. In particolare, quella sera giungeva presso il centralino del Commissariato una telefonata che segnalava un litigio tra più persone in via Toniolo, nei pressi dell’anfiteatro.

Pochi minuti dopo si presentavano presso lo stesso Ufficio di polizia cinque persone di nazionalità indiana, tra le quali due ferite in modo vistoso, che raccontavano di essere stati vittima, poco prima,  di una aggressione da parte di un ragazzo italiano. Aggressione nata senza alcun apparente motivo.

La denuncia 

Le vittime venivano dunque identificate e accompagnate dapprima all’ospedale per essere medicate e successivamente presso gli Uffici del Commissariato di Fondi per sporgere denuncia. 

In sede di denuncia due cittadini indiani aggrediti riferivano che verso le ore 21 — mentre si trovavano in via Toniolo nel centro di Fondi — in maniera del tutto inspiegabile venivano improvvisamente colpiti alla testa con un pugno da parte di un ragazzo italiano, poi identificato nell’indagato.

Violenta lite in strada: la richiesta di chiarimenti  

A seguito di tale aggressione i due ragazzi prima contattavano altri tre connazionali, poi chiamavano il numero d’emergenza e contestualmente decidevano di andare sotto l’abitazione dell’autore dei fatti — indicatagli da alcuni ragazzi presenti all’aggressione — per avere una spiegazione di tale comportamento.

Giunti presso quell’abitazione i soggetti di nazionalità indiana invitavano il ragazzo italiano a scendere per chiarire il motivo di tale comportamento, cosa che l’aggressore ha fatto. Ma non era solo, al suo seguito anche la madre che cercava di evitare il confronto tra i ragazzi, anche perché aveva notato che il figlio nello scendere aveva portato con se un coltello da caccia di grosse dimensioni.

L’aggressione

Il ragazzo italiano, giunto nei pressi del gruppo d’indiani, improvvisamente estraeva da dietro la schiena il grosso coltello — tipo da caccia — con il quale prima colpiva con il manico al volto uno dei ragazzi di nazionalità indiana procurandogli un “trauma contusivo nella regione nasale e arto superiore sinistro” giudicato guaribile in giorni 10  e poi, colpiva al collo ed alla mano destra un altro dei presenti, provocandogli una “ferita da taglio regione cervicale destra e terzo dito mano destra”.

Quest’ultimo ragazzo indiano, che aveva una vistosa ferita sul lato destro del collo, riferiva inoltre che solo grazie alla sua pronta reazione è riuscito ad evitare che il fendente dell’aggressore lo colpisse al centro del collo.

Sequestrata l’arma e il fermo 

Mentre le vittime ricevevano le prime cure ed appreso l’accaduto, il personale del Commissariato di Fondi si recava presso l’abitazione dell’aggressore. Lo stesso consegnava ai poliziotti un grosso coltello da caccia di colore nero utilizzato per l’aggressione con ancora visibili tracce ematiche, immediatamente sottoposto a sequestro. Per tali motivi il minorenne veniva accompagnato presso gli Uffici di polizia per accertamenti e successivamente, intorno alle 23, veniva arrestato. 

Arresti domiciliari 

Di tutto veniva dato immediato avviso al Sostituto Procuratore di turno della Procura della Repubblica, presso il Tribunale per i Minorenni di Roma, che vista la gravità dei fatti disponeva che l’arrestato, al termine degli atti di rito, venisse condotto presso la sua abitazione per permanervi in regime di arresti domiciliari, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

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