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Quando ogni certezza viene a mancare. La terza lettera della rubrica Dillo alla Crinzi

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Cara Ale, adesso che scrivo questa mail mi chiamo ad esempio Marta, ma in realtà ho un altro nome che non voglio dire.

Quanto è dura ricominciare quando le certezze che hai poco a poco crollano tutte.

Ventuno anni e una vita piena di aspettative e di sogni, un ragazzo meraviglioso, ottimi amici, una bellissima famiglia e la possibilità di studiare ciò che mi piace.

Qualche mese fa io e lui ci siamo lasciati perché lui stando con me ha capito di essere gay: questo è stato il primo grande colpo dell’ultimo periodo che non ha fatto a che contribuire ad alimentare la mia insicurezza e il mio fortissimo senso autocritico.

Mio fratello minore, a cui sono legatissima, sta per avere un bambino ed è andato a vivere dalla sua ragazza: siamo tutti consapevoli che prima o poi dovremmo prendere la nostra strada, ma non era questo il momento e io proprio non ce la faccio a rinunciare ad avere mio fratello a casa con me, mi mancano terribilmente lui e i nostri piccoli ma carichi momenti quotidiani spesi insieme. Sono felicissima per l’arrivo del piccolo ma non posso fare a meno di pensare che mi abbia tolto il mio fratellino.

I miei genitori, dato l’imminente ingrandimento del nucleo familiare, mi hanno chiesto un aiuto economico e per lavorare sto rinunciando all’università.

A tutto questo si aggiunge un passato con la bulimia che in alcuni momenti sembra essere l’unica cosa certa che ho.

Vorrei ricominciare, dare una svolta alla mia vita, ma adesso non vedo cosa fare e non mi sembra di avere niente a cui aggrapparmi. Vorrei sentirmi dire che non è colpa mia e che ciascuna di queste cose sarebbe successa indipendentemente da me, ma la verità è che non ho saputo veramente dare valore ai momenti e alle persone.

Ho sempre ammirato di te la speranza e il coraggio che trasuda da ogni tua parola e quindi spero in una tua risposta sicura che riuscirà a strapparmi un sorriso.

Sinceramente tua,

Adesso, ad esempio, Claudia.

 

Cara Marta,

 

nelle prossime righe sarò la persona che stai cercando: quella che ti dirà ciò che vuoi sentirti dire, quello che non vuoi sentire, ma soprattutto, tutto quello che penso sia bene tu comprenda. 

Partiamo da questo presupposto: non è colpa tua! 

E credimi, non lo scrivo così, tanto per darti il contentino o un lieve momento di conforto. Lo penso davvero, e mi piacerebbe che anche tu lo realizzassi e pian piano assimilassi. Questo è solo un periodo di crescita personale. Un momento molto complicato, difficile da affrontare, ma pur sempre un periodo, e che, come tale, prima o poi diventerà passato, come la malattia che hai combattuto, e che continui a combattere nei suoi strascichi che portano grande instabilità – cosa che so molto bene.

Partiamo dall’inizio, da quello che forse ti ha fatto più male, fomentando quell’insicurezza che caratterizza la tua personalità – altra cosa che comprendo meglio di quanto tu possa credere.

Non è colpa tua se il tuo ex fidanzato si è scoperto gay, e tengo a ripetere a gran voce il ‘si è scoperto’, perché proprio di questo si tratta. Non è successo da un momento all’altro, ma soprattutto, sarebbe accaduto a prescindere dalla tua presenza al suo fianco. L’identità sessuale nasce con noi; in certi casi viene semplicemente messa a tacere finché non si riesce più a mentire, né agli agli altri né a se stessi – e nemmeno questa è una colpa. 

Non è causa tua se il tuo fratellino ha deciso di  bruciare alcune tappe e diventare uomo – o almeno, mi auguro che questa sia l’intenzione; un figlio non è uno scherzo, ma questo non c’è bisogno che lo dica io. Comprendo che il suo allontanamento ti abbia destabilizzata. Non te l’aspettavi, ti manca tanto, ti senti messa da parte e penso anche che in questo momento tu stia rimuginando sul fatto che forse avresti dovuto essere “più sorella” per far sì che lui continuasse ad essere esclusivamente tuo fratello. Non è così Marta, sarebbe accaduto comunque. Lui ha deciso di prendere la sua strada oggi e non di certo perché non hai dato valore al vostro rapporto.

Non è causa tua se mamma e papà hanno bisogno di una mano a livello economico – e manco causa loro – però penso che questo stop agli studi debba essere solo momentaneo. M’è parso di capire che ti abbiano chiesto aiuto vista la situazione di tuo fratello – spero di non aver frainteso. Comprendo e penso sia più che giusto aiutare la famiglia nel momento del bisogno. Allo stesso tempo però, credo fermamente che sia sbagliato e deleterio annullarsi completamente per causa delle scelte degli altri; l’annullamento porta alla frustrazione, la frustrazione ci fa diventare spettatori delle vite altrui, e tu, Marta, come ognuno di noi, non sei nata per stare a guardare, ma per essere protagonista della tua esistenza. Quello che sento di consigliarti, quindi, è di far passare questo momento di caos generale, andando ovviamente incontro alla tua famiglia, e dopo ciò, se studiare sarà ancora quello che vuoi e ami fare, riprendere, magari con un’iscrizione a tempo parziale, che comporterà meno esami annuali, meno crediti, ma anche meno tasse (così mi pare di ricordare). Potresti quindi cercare un lavoro part-time che ti permetterebbe di mantenere l’università. Ovvio, non sarà una passeggiata di salute; studiare e lavorare è molto difficile, ma non impossibile. 

Ricomincia da qui, dalla consapevolezza che questo sia solo un periodo che passerà nel momento in cui inizierai a dar valore alla persona che sei, alla forza che hai – e ne hai tanta eh! Te lo dice una ex bulimica che sa cosa voglia dire combattere come hai fatto tu. 

Smetti di concentrarti sulle scelte altrui, perché fanno parte del passato. Non sentirti causa di quest’ultime, perché tu sei responsabile solo delle tue. Riprendi la tua vita in mano, progettando, sognando, dedicandoti a quello che ti piace fare, non solo a ciò che pensi possa compiacere e piacere agli altri.

Guarda avanti e dai un po’ più di fiducia alla donna forte che sei. Glielo devi, te lo meriti.

Spesso ci lamentiamo sostenendo che la vita non ci sorride come dovrebbe. La verità è che camminando a spalle curve e testa bassa, ci si perde tutto il bello che c’è, compreso il suo sorriso.

 

Un abbraccio – adesso Claudia 🙂 

La Crinzi

dilloallacrinzi@ilcorrieredellacitta.it 

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