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Ragazzo di Pomezia aggredito e picchiato selvaggiamente a Cambridge

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“Voglio solo dirti che non sono arrabbiato. Non ho risentimenti o rancori verso i 3 adolescenti che mi hanno fatto questo in faccia. Anzi, mi dispiace per loro. Mi dispiace per l’intera classe sociale e per la generazione che rappresentano”.

Così inizia il lungo post di Marzio, ventitreenne di Pomezia “emigrato” in Inghilterra, a Cambridge, per studiare Film & Television Production all’università Anglia Ruskin University e che, per mantenersi, lavora in un locale.

La sera di lunedì, mentre stava passeggiando in bicicletta, è stato accerchiato, assalito e brutalmente picchiato da tre ragazzi che probabilmente volevano anche rapinarlo.

“La rabbia e la violenza gratuita che ho ricevuto lunedì sera sono solo un altro esempio della nostra società e dei risultati di cattivi esempi dei genitori, perché questo atteggiamento potrebbe essere stato presente anche nelle generazioni precedenti. Come un ciclo: cattivi genitori portano i figli a diventare cattivi genitori e così via”.

Le parole di Marzio sono pacate, mentre mostra lividi, contusioni e ferite in faccia e sul collo.

“Volevo solo dirvi che mi dispiace. Mi dispiace davvero per la rabbia che avete represso, che vi ha portato a fare questo. Voglio essere chiaro, perché non sono l’unica vittima, anche voi lo siete. Siamo tutti vittime dei nostri ambienti, che ci portano a diventare le persone che siamo. Vorrei che voi cresceste per essere più maturi, comprensivi e amorevoli.

Questo è il motivo per cui il mio obiettivo principale è cercare di migliorare la società, creare un ambiente migliore in cui vivere per i miei figli. Per favore, cercate di capire, e mantenete la mente aperta riguardo a questo incidente e verso questi adolescenti, perché questo potrebbe essere il primo passo verso tutti noi che stiamo insieme per discutere come migliorare le cose”.

Un esempio di maturità incredibile in un ragazzo di soli 20 anni.

Non altrettanto “tenera” la mamma, che vive a Pomezia.

“Come fa una madre a vivere con il cuore in frantumi.
Vedere questo e non poter essere lì ed abbracciarti e dire ‘è tutto ok, sono con te, amore mio – ha infatti commentato la mamma del ragazzo appena ha saputo cosa era successo – I pensieri vanno a mille, a quello che di più brutto poteva succedere e che solo per fortuna non è successo, e al tuo modo di reagire: sei un signore, amore mio! Ma io no… io sono una mamma! E quello che penso non lo dico solo per rispetto tuo. Ti amo e non vedo l’ora che finisci sta c… di Università!”.

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