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Rivolta dei rifiuti a Roma, cassonetti rovesciati nella zona del Laurentino 38

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Laurentino 38

I cittadini di Roma, e in particolar modo del Laurentino 38, sono esausti di vivere in mezzo ai rifiuti. Nel quartiere popolare alle porte della Cecchignola, i residenti hanno deciso di agitare una rivolta in strada. Lungo le strade della zona, infatti, sono stati rovesciati in strada i cassonetti dell’immondizia, al fine di bloccare il traffico e far vedere le condizioni di grave emergenza rifiuti in cui versa questo quadrante capitolino. 

La protesta dei rifiuti al Laurentino 38

Le prime si sono percepite nella giornata di ieri pomeriggio, dove nella zona sotto la Laurentina alcuni cittadini hanno cominciato a rovesciare i secchioni dell’AMA. Contenitori immensi che, secondo la testimonianza dei cittadini e dei nostri sopralluoghi, non venivano svuotati da almeno 5/6 giorni. I cassonetti sono stati buttati in mezzo alla strada lungo via Ignazio Silone, ovvero una delle aree più difficile della zona in quanto vede la presenza dei “ponti della Laurentina”, occupazioni abusive e varie congestioni criminali. 

L’obiettivo della protesta nella zona di Roma

L’obiettivo era quello di far vedere in che stato versa il Laurentino 38, che peraltro già non vede una situazione dignitosa a livello di decoro. Tra automobili bruciate e sporcizie, i rifiuti sono l’ennesimo problema cui i residenti devono fare i conti. Sono stati rovesciati diversi cassonetti su via Silone, a fare da sfondo a tanti rifiuti posizionati a terra addirittura da un mese e mai venuti ritirato da nessun addetto di AMA. 

La giustificazione dell’AMA

Oggi l’AMA si trova in un fuoco incrociato, dovendosi difendere dagli attacchi della Giunta Gualtieri (ieri l’intervento dell’assessora Alfonsi) e il tentativo di commissariamento da parte del Campidoglio. La municipalizzata, commentando i fatti del Laurentino 38, parla di come sia in difficoltà per i numerosi mezzi guasti, gli ultimi scandali nella sua gestione e soprattutto i cambi sulla modalità dei turni fine settimanali. Parole plausibile, ma la situazione – almeno qui – va avanti da decenni. 

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