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Roma, casa occupata e distrutta da una rom, arrivano i sigilli del pm: ‘Ennio è di nuovo fuori’

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Casa Ennio sgomberato Don Bosco

Ha preso quello che gli serviva per andare in ospedale per degli accertamenti, ha infilato la chiave nella serratura e ha chiuso la porta, certo di ritornare in quell’abitazione. Che è di sua proprietà. E invece Ennio, l’86enne di Roma ormai (e purtroppo) noto alle cronache, al suo rientro ha trovato la casa, in zona Don Bosco,  occupata da una rom, identificata poi in una 28enne residente nel campo di Via Gordiani. Porta forzata, serratura diversa e l’impossibilità, che ha dell’assurdo, di rientrare nel proprio appartamento, quello dove vive dal lontano 1962. Una vicenda che ha scosso l’opinione pubblica, parte del mondo politico e che ha scatenato non pochi dibattiti nei salotti televisivi, tra esperti e cittadini che si domandano dove sia la legge e cosa si possa fare per mettere un freno a queste occupazioni abusive (che spesso ci sono per gli alloggi popolari). 

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Roma, 86enne sfrattato da un rom che gli devasta casa, ma il pm mette i sigilli

La vicenda di Ennio, però, continua e il suo incubo ancora non è finito. Perché se venerdì scorso la rom è stata sfrattata e tutto sembrava avesse avuto un lieto fine, in realtà l’anziano ancora non può rientrare nel suo appartamento. Che tra l’altro è stato devastato e saccheggiato, messo sottosopra da quell’inquilina abusiva che non solo si è appropriata delle quattro mura (di proprietà) di Ennio, ma ha pensato bene di distruggerle. Come se tutto fosse normale e lecito. E l’86enne, che quando è rientrato nella sua casa ha avuto un malore, ora deve fare i conti con non pochi cavilli burocratici perché la matassa è ancora tutta da sbrogliare: come spiega il Messaggero, venerdì i carabinieri hanno riaccompagnato Ennio fuori dall’abitazione e, come disposto dai magistrati, hanno messo i sigilli alla porta.

La storia dell’anziano con la casa occupata da un rom: l’incubo continua

Ennio ora è stato nominato ‘custode’ della propria abitazione. O meglio, è stato nominato responsabile dell’immobile che è sequestro, ma non ha ancora la possibilità di rientrare nella sua casa perché ci sono carte da firmare e bisogna aspettare un ulteriore sblocco giudiziario. “Se l’avvocato mi ha detto che devo stare tranquillo, mi rassereno. Evidentemente serviva anche quest’altra procedura per riavere la casa. Ho aspettato tanto, aspetterò ancora qualche altro giorno. Mi arrendo di fronte ai meccanismi della giustizia” – ha detto l’anziano sulle pagine del quotidiano romano. Ennio, se non dovessero esserci ulteriori intoppi, entro oggi dovrebbe ritornare nel suo appartamento, con la speranza che la sua vicenda assurda sia da insegnamento. 

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