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Roma, detenuta 47enne trovata morta in una cella del carcere di Rebibbia: ieri aveva avuto un malore

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Un detenuto presso il carcere di Rebibbia sale su una gru per protesta. Le trattative sono in corso per farlo desistere.

Roma, detenuta 47enne trovata morta in una cella del carcere di Rebibbia: ieri aveva avuto un malore. La donna aveva presentato nella giornata di ieri un malore dentro la propria cella di isolamento, in uno stato fisico probabilmente dovuto a un contagio di Covid-19. Nonostante la visita di un medico presso la casa circondariale, la donna è stata trovata senza vita questa mattina dalle guardie carcerarie che passano a controllare la sua cella.

La donna morta nel carcere di Roma

Intorno alla morte della signora, di 47 anni, tutto sembra andare a chiarire l’approssimativo mistero dietro la faccenda. Si esclude che dietro la perdita della vita si celi un gesto di suicidio, come troppi se ne sentono all’interno delle varie carceri in giro per l’Italia. Più probabile la pista legata a un cattivo stato di salute della vittima, peggiorato ulteriormente con la reclusione in carcere e l’impossibilità di ricevere cure adatte alla sua condizione. 

Perché la vittima, sentendo la voce di chi gestisce il carcere di Rebibbia, già ieri notte aveva manifestato dei problemi fisici. Un malore cui il direttore della casa circondariale aveva voluto vederci chiaro, attivando subito un medico che la visitasse nonostante l’ora tarda. Intorno alle 23.30, la donna è stata visitata da un esperto, senza che però nulla facesse ipotizzare il drammatico epilogo. Il medico che l’ha visitata, inoltre, non chiede neanche il permesso di trasferire con urgenza la detenuta presso una struttura ospedaliera o addirittura fargli passare la notte in infermeria.

Eppure, la donna per qualche motivo ha perso la vita. Dinamiche che solo gli inquirenti potranno stabilire passando dall’autopsia. Anzitutto servirà rispondere alla domanda: cosa ha ucciso concretamente la detenuta? Donna peraltro già destabilizzata da un uso massiccio di sostanze stupefacenti. Altra domanda non secondaria: che cosa ha rilevato il medico durante la visita serale? La donna si poteva salvare?

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