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Roma, divieto di sosta e rimozioni sul Lungotevere: domani Cassazione decide per 41bis a Cospito

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Palazzaccio Roma

Domani sarà una giornata di forti tensioni, sulla carta. Infatti, per venerdì 24 febbraio 2023, la Corte di Cassazione si riunirà per discutere sull’eventuale revoca dell’applicazione del regime di isolamento 41bis per Alfredo Cospito. La cautela non è mai troppa, e così per scongiurare il rischio di disordini o possibili attentati, è stato disposto il divieto di sosta sul Lungotevere. 

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Il provvedimento disposto dalla Questura di Roma

Come anticipato, per la giornata di domani, venerdì 24 febbraio 2023, è prevista la riunione in udienza per la Corte di Cassazione presso il Palazzo di Giustizia, meglio noto come il ”Palazzaccio” per decidere su di una tematica alquanto sensibile, come dimostrato dagli ultimi sconvolgimenti che hanno caratterizzato la Capitale. Da questa udienza, dunque, dipenderà il futuro di Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto al 41 bis, in sciopero della fame da 125 giorni e continuamente controllato dal suo letto in un ospedale di Milano, il San Paolo. Nelle concitate ore di domani, spetterà ai togati stabilire se procedere con la revoca o se mantenere quel regime, all’origine dello sciopero della fame condotto da Cospito e che lo avrebbe ridotto in condizioni di salute precarie. 

Il dispositivo per evitare rischio di disordini 

L’obiettivo, insomma, è quello di ridurre al minimo il rischio di attentati e di eventuali disordini da parte degli anarchici dal momento che domani si deciderà in modo definitivo sulla questione Alfredo Cospito. Dunque, per domani è stato disposto il divieto di sosta, con conseguente rimozione, a partire dalle 10.00 del mattino nelle aree di parcheggio che si trovano su lungotevere Farnesina e lungotevere Gianicolense, all’altezza di Ponte Mazzini, nei pressi del Palazzaccio.

Chi è Alfredo Cospito

Anarchico e nichilista nasce a Pescara nel 1967. Nichilista, anarchico e antiorganizzatore, così come si era lui stesso definito durante il processo del 2014, dopo aver firmato l’operazione a nome dell’Olga Fai/Fri, un nucleo della Federazione anarchica informale, ad oggi è ritenuto dalla magistratura e dalle forze dell’ordine uno degli elementi di spicco della galassia anarchica. Si trova nel carcere duro da 10 anni per la gambizzazione di Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, nel maggio 2022. Altri 20 anni di condanna, inoltre, per un attentato alla scuola allievi dei Carabinieri di Fossano (Cuneo) avvenuto nel 2006. In questo ultimo case si aggiunge la componente terroristica alle sue accuse. 

(In copertina uno scatto di serenap1973 – Instagram)

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