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Roma, il compagno violento è un Casamonica: donna aggredita e minacciata davanti alle bambine

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Roma

Un membro del clan sinti di stanza alla periferia Sud di Roma, è stato arrestato per l’incubo in cui aveva fatto piombare la sua compagna e le due figlie. Il 33enne, come riporta l’edizione online de il Messaggero, adesso è in carcere. Il resto della famiglia, dopo mesi di vessazioni e minacce, è in una struttura protetta. Lontana da casa, lontana dal resto della famiglia nota alle cronache soprattutto per le vicende criminali. “Avevo paura delle loro ritorsioni”, ha spiegato la donna.

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Le persecuzioni avvenute a Roma

“Io e il mio compagno ci siamo conosciuti su Facebook nel 2020, vivevo all’estero e ci siamo innamorati. Poi mi sono trasferito a Roma da lui con le mie figlie”, ha raccontato la donna alle forze dell’ordine. Un isolamento culminato nel sequestro dello smartphone: “Mi ha costretto a cambiare numero e mi insultava anche sui social quando litigavamo”.

Un andirivieni. La coppia si lascia, poi torna di nuovo insieme. Fino alla tanto agognata svolta. La compagna prende lo smartphone del compagno e scopre che su WhatsApp ci sono messaggi con un’altra donna: “Ho domandato chi fosse quella donna e lui mi ha spinta contro il muro. Sono scappata con le bambine”.

“Questa volta non la passi liscia, ammazzo te e le tue figlie”

Durante la fuga, con tanto di inseguimento, la vittima si è nascosta in un bar. Da lì ha chiamato la polizia e poi è stata portata al commissariato Tuscolano dove ha raccontato tre anni di maltrattamenti. Durante la deposizione, sono stati ascoltati anche le decine di messaggi vocali: “Ti giuro su mio nonno che questa volta non la passi liscia. Ammazzo te e le tue figlie come un cane”.

Il gip di Roma ha convalidato l’arresto dell’uomo, bloccato dalla polizia con l’accusa di aver maltrattato per almeno tre anni la sua compagna e le sue due figlie. Ad arrestare l’uomo sono stati, al termine di un inseguimento, i poliziotti del commissariato Tuscolano dove la donna aveva raccontato tre anni di maltrattamenti. La donna, insieme alle figlie, si trova ora in una struttura protetta. L’uomo in carcere.

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