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Roma. Morta Carla Di Veroli, la 59enne nipote dell’unica sopravvissuta alla deportazione del ghetto

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Morta Carla Di Veroli

E’ stata trovata senza vita nel suo appartamento di Roma, in zona Garbatella,  Carla Di Veroli, la nipote di Settimia Spizzichino, l’unica donna sopravvissuta al rastrellamento del ghetto degli ebrei nel 1943.

Morta Carla Di Veroli: chi era

Per Di Veroli, che in passato era stata assessora alla Memoria nel XI Municipio, non c’è stato nulla da fare: quando i vigili del fuoco e i Carabinieri della stazione di Garbatella, allertati da un vicino che non la vedeva da tempo, sono intervenuti sul posto la donna, di 59 anni, era già deceduta, riversa sul pavimento. Non sembrerebbe trattarsi di una morte violenta, non ci sono segni di effrazione e in casa nulla farebbe pensare a qualcosa di ‘strano’ perché tutto era in perfetto ordine.

I messaggi di cordoglio 

Ad annunciare la triste scomparsa anche Ruth Dureghello, Presidente della Comunità Ebraica: “Con il permesso della famiglia e con grande tristezza vi comunico che è venuta a mancare la nostra amica Carla Di Veroli. Appena possibile verrà comunicata la data del funerale. Piangiamo una grande donna, combattente e coraggiosa e con un immenso cuore ebraico. Baruch Dayan HaEmet”. 

Tantissimi i messaggi di cordoglio e vicinanza alla famiglia. “La morte di Carla Di Veroli mi lascia senza fiato e senza parole solo il vuoto e il dolore per una perdita ingiusta e prematura. Nel nostro municipio abbiamo lavorato senza sosta per costruire giorno dopo giorno una memoria forte e un antifascismo vivo, contemporaneo. Abbiamo discusso molto, soprattutto di Israele e Palestina. La verità, la mia verità, che ho avuto il tempo di raccontargli, è che lei mi ha insegnato a vedere meglio ragioni che prima non vedevo, quelle di Israele. E poi il lavoro immenso con i viaggi della memoria con la regione Lazio ad Auschwitz con i testimoni della Shoah. Qualche anno fa una brutta aggressione di strada, una rapina violentissima l’aveva colpita nel fisico e anche nell’anima. Quel trauma se lo portava dietro, ancora oggi. A Carla ho voluto bene, insieme siamo stati da Edna sul monte Meron, nel Kibbutz dove si prova a praticare pace e integrazione. Una morte silenziosa e solitaria che interroga ognuno di noi sul nostro mondo di essere comunità, di stare al mondo. Fai buon viaggio Carla, faremo tesoro delle tue battaglie. Alla famiglia, a Jonathan e alla comunità ebraica di Roma tutta la mia vicinanza” – ha scritto sui social il politico Massimiliano Smeriglio, ex vicepresidente della Regione Lazio. 

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