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Roma, motociclista ucciso dall’asfalto dissestato: quattro dirigenti sotto accusa per omicidio

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La vittima del violento scontro frontale

Roma. Un tratto di strada pericoloso, a causa di un evidente dislivello, segnalato anche dai vigili urbani in diverse occasioni, e che nelle settimane precedenti aveva già provocato diversi incidenti.

Centauro muore sull’asfalto a 43 anni

In un uno di questi, però, un motociclista ci ha perso la vita, dopo essere volato in aria su quel maledetto dislivello che ha fatto praticamente da rampa: la morte di Fabrizio Rotatori, centauro di 43 anni, si poteva evitare. I due dirigenti del dipartimento II Viabilità della Citta metropolitana, S.F. e G.O., avrebbero dovuto collocare dei cartelli con gli appositi limiti di velocità a 30 km orari sulla Laurentina, in particolare all’altezza dalla rotatoria di Trigoria. 

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L’accusa nei confronti dei dirigenti

Non solo un’accortezza, ma una necessità per la sicurezza di motociclisti e automobilisti, secondo la Procura, trattandosi di un tratto di strada che in precedenza, come anticipato, aveva già provocato diverse problematiche agli utenti del traffico urbano. Ora, però, i due dirigenti sono indagati con l’accusa di omicidio stradale per la morte del centauro, scomparso il 5 novembre del 2020.

Sotto indagine anche due dipendenti Areti

Ma non è tutto. Durante l’atto di chiusura delle indagini da parte del pm Luigia Spinelli, come spiega anche il Corriere della Sera, l’assenza dei cartelli non è ritenuta la sola causa dell’incidente. Per la morte di Rotatori, che lascia moglie e figli, sono sotto inchiesta anche altri due presunti responsabili, B.I. e F.S., due dipendenti della Areti (gruppo Acea). Di fatto, due anni fa, la società in questione aveva svolto dei lavori per allacciare un cavo elettrico proprio all’altezza di quella rotatoria di Trigoria. 

Nonostante l’appalto imponesse ai dirigenti di garantire la sicurezza della viabilità, la strada sarebbe rimasta per settimane in cattive condizioni. Motivo che sarebbe stato all’origine di altri incidenti, per fortuna non mortali.

La ricostruzione della dinamica

Per quanto riguarda la ricostruzione della dinamica, sarebbe la seguente. Il centauro avrebbe imboccato via Laurentina a circa 90 km orari, limite in vigore in condizioni stradali normali, ma molto ”rischiosa” per la strada in questione, giudicata appunto «pericolosa» dal pm dopo i lavori di Areti. Non ci sono cartelli, dunque Rotatori ignora tutto questo. All’altezza della rotatoria, il motociclista era ancora a quella velocità, e davanti a lui un dosso alto quattro centimetri. Impossibile da evitare.

L’impatto fatale 

Il dislivello fa dunque da”rampa”, come dice il pm, e la moto vola di qualche metro per poi precipitare sull’asfalto. All’atterraggio c’è una traccia di gomma di almeno 23 centimetri. Dopo ciò, la moto scivola sulla strada e prosegue la sua corsa fino ad una recinzione privata. Qui, l’impatto è devastante, tanto che, nonostante il casco, il motociclista muore per il trauma cranico. Un incidente che non gli ha lasciato scampo, la cui ricostruzione chiarisce chiaramente la dinamica della fatalità.
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