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Roma, ragazzo gay fa coming out ma viene picchiato e cacciato di casa: ‘Non potevo più avere una vita’

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Una storia che si ripete in un epoca in cui l’omosessualità è un tema molto delicato. Un ragazzo è stato cacciato da casa a soli 22 anni. Allontanato, insultato e picchiato dalla sua famiglia, solo perché gay. Fortunatamente ha trovato ospitalità presso la casa antiviolenza Refuge Lgbt.

Il racconto di Andrea

“Oggi abbiamo accolto un altro ragazzo che dopo aver detto in famiglia di essere gay, nei giorni scorsi é stato picchiato e messo alla porta prima dal padre e poi dalla madre. Con un video ha voluto consegnarci il suo racconto. Per tutelarlo abbiamo scelto di non renderlo visibile, e per proteggere la sua privacy lo chiameremo Andrea.” Inizia così il lungo post sulla pagina ufficiale di Facebook “Gay Center“. “Quando ho detto a mio padre che sono gay mi ha detto basta, mi sono stancato di te, di tutti gli amici froci, ricchioni che ti girano intorno.– racconta Andrea –Non potevo più avere una vita. Ha preso la valigia e mi ha cacciato fuori. Quando ho dato la notizia a mia mamma non ha reagito per niente bene. Il suo compagno ha reagito malissimo: mi ha dato un pugno sul costato che mi fa ancora molto male, mi ha poi inseguito sino a quando non sono riuscito ad entrare in un cancello dove ho trovato una ragazza che mi ha aiutato”. Ora Andrea è al sicuro, ma il centro ha rischiato di chiudere il 30 aprile. Pietro Turano, Portavoce di Gay Center, ha infatti dichiarato che: “Il 30 maggio Refuge LGBT avrebbe potuto chiudere a causa della sottrazione di un partner. Questo ha messo il Gay Center in grande difficoltà. Eppure oggi, grazie alle centinaia di piccole donazioni raccolte, con il supporto dei volontari e delle volontarie e con i progetti che alcuni brand stanno attivando per raccogliere fondi da devolvere, possiamo comunicare che la casa famiglia resterà aperta. La struttura continuerà ad accogliere le vittime di omotransfobia (…). Proprio per ragazzi come Andrea il progetto Refuge LGBT deve continuare! La prima casa famiglia per giovani vittime di omofobia e transfobia in Italia, aperta nel 2016, continuerà ad accogliere anche nei prossimi mesi ragazzi e ragazze rifiutati e allontanati dalla propria famiglia, giovani cacciati di casa perché lesbiche, gay, bisex o trans.” Proprio per la sua importanza sociale sul territorio, Turano chiede aiuto a tutti per rendere possibile il proseguimento del progetto: “Il progetto ha però ancora bisogno di superare l’emergenza: le donazioni ricevute sono un sostegno essenziale, ma non sufficiente, c’è tanto da fare. Quanto fatto permetterà di non interrompere un servizio prezioso e necessario: Gay Center ne garantirà la continuità, con il supporto di tutti coloro che stanno donando o vorranno donare e mettersi a disposizione. Ogni aiuto in questo momento è fondamentale, potete aiutarci andando su gaycenter.it/refuge

https://www.facebook.com/gaycenter.it/videos/310636147374989

 
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