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Provino con stupro sul set: regista 73enne condannato a 7 anni per violenza sessuale

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Violenza tivoli

Roma. Il regista, noto negli ambienti romani, Pino F., 73 anni, è stato condannato a sette anni di carcere per violenza sessuale. Raccontava alle sue giovani vittime di aver frequentato la “Sorbonne”, di essere un professionista navigato del cinema, di gestire un’accademia e di poter lanciare le aspiranti attrici nel mondo del cinema. La sua promessa era: ”Diventerai un’attrice”. Una promessa, però, che era anche una trappola per le povere minorenni che avevano tanti sogni e speranze nel cassetto. Per tante ragazze che avevano l’aspirazione di potersi avvicinare al cinema e alla televisione. Ma era soltanto uno stratagemma per attirare delle ragazze nel suo macabro tranello. 

Il metodo del regista: ”Vieni a fare un provino della scena dello stupro”

Ad architettare il tutto, il regista Pino F., di 73 anni, il quale era accusato di aver violentato 5 aspiranti attrici, a Roma. Si tratta di un personaggio abbastanza noto nell’ambiente e nella Capitale. Ora, però, il soggetto è stato condannato a 7 anni di carcere per violenza sessuale. Era presidente dell’associazione Amor, produttore e regista, editore e organizzatore di eventi presso la casa discografica «Kings». Ma oltre a ciò, era anche altro. Sarebbero cinque le le ragazze abusate, tre di queste erano minorenni all’epoca dei fatti. Tutte giovani, tutte cadute nella trappola. Secondo il pm Pantaleo Polifemo l’uomo avrebbe approfittato del desiderio delle ragazze, della loro giovane età – come riportato anche da la Repubblica

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Condannato a 7 anni per violenza sessuale

Pino F., per 7 lunghi anni, stando alle indagini, avrebbe agito indisturbato, precisamente dal 2011 al 2018. Raccontava alle giovani aspiranti di aver frequentato la “Sorbonne”, di gestire un’accademia e di poter lanciare le aspiranti attrici ovunque nel mondo cinematografico. Con queste belle parole e promesse, faceva leva sulle ragazze. Ma quando le ragazze si presentavano sul set, ecco la sorpresa: avrebbero dovuto interpretare una scena particolare, cioè la vittima di uno stupro. Ma, poi, durante l’atto, la finzione si mescolava con la realtà e le cose diventavano torbide, fino alla violenza sessuale di fatto. Il film di cui parlava diventava realtà, e le ragazze venivano di fatto stuprate sul set. Un incubo macabro, consumatosi per le cinque ragazze in una stanza buia e ristretta: a turno le giovani venivano immortalate dalle telecamere durante lo stupro. 

Cinque casi ricostruiti dalla Procura, ma potrebbero essere di più

Le indagini e le accuse erano iniziate a seguito della denuncia da parte di alcuni operatori del film. Si erano accorti che qualcosa non quadrava. Dopo le segnalazioni, gli inquirenti hanno fatto scattare le indagini, con successivo arresto del regista. In realtà, si sospetta che le vittime siano state ben più di 5. Molte di più. Ma la Procura è riuscita a ricostruire solamente 5 casi. Come spiega l’avvocato Marta Cigna dell’Associazione Differenza Donna: “Pino F. si è approfittato del suo ruolo di regista e ha commesso ripetute violenze sessuali nei confronti di tante giovanissime aspiranti attrici, le modalità della condotta sono subdole e gravi, questa condanna è un importante messaggio”.

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