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Roma, a ”pesca” di monetine nella Fontana di Trevi: 64enne condannato a due mesi e venti giorni di carcere

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Vigili Urbani a Roma

Roma. Un euro pescato dalla Fontana di Trevi e poi due mesi e venti giorni di reclusione per il suo furto. Così un uomo di 64 anni è stato condannato a scontare la sua pensa dopo essere stato ”beccato” dagli agenti della Locale che pattugliavano la zona come di consueto. Alla fine, poi, il carcere è riuscito ad evitarlo: la prescrizione, in Appello, ha evitato che la sentenza diventasse definitiva. L’ha scampata insomma. L’accusa di furto aggravata poteva costargli cara.

Caro prezzo per il furto alla Fontana di Trevi

Un prezzo caro, forse troppo: 80 giorni di reclusione per aver pescato una sola moneta nella vasca monumentale, meta tradizionale dei turisti provenienti da tutto il mondo. La celebre Fontana è una tappa d’obbligo per tutti coloro che visitano la capitale che non rinunciano di certo al rituale al lancio della monetina, il gesto propiziatorio per esprimere poi un desiderio. Dunque, di conseguenza, sono tante le monetine che luccicano sul suo ”fondale” e che possono tentare i passanti che si trovano nei pressi. 

Cosa è accaduto

Tutto ha inizio quando i vigili urbani lo scoprono con un’asta telescopica con in cima montata una calamita: sistema costruito ad hoc per poter ”pescare” i suoi bottini. È sera e l’uomo regge l’asta come fosse una canna da pesca, intento nella sua attività. Prova di continuo, più volte ad afferrare qualche monetina tra gli sguardi sbalorditi di molti turisti che si chiedono se si tratti di uno spettacolo o di un furto bello e buono. 

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”Beccato” con la canna da pesca per monetine

Il fatto è andato in scena qualche anno fa, precisamente il 16 giugno del 2011. Ad osservarlo ci sono anche i caschi bianchi che in quel momento si trovano in zona. Il 64enne sonda Fontana di Trevi a caccia di monetine fino a quando con il magnete non ne afferra una. Solamente a questo punto la polizia municipale si avvicina all’uomo e gli sequestra tutto: cioè solamente l’euro e la canna da pesca improvvisata. L’uomo protesta, ma è tutto inutile: è stato beccato in flagranza di reato, mentre rubava.

Gli agenti inviano gli atti in procura con sorpresa del 64enne che pensava di cavarsela con una semplice e banale multa. Oppure, nella migliore delle ipotesi, con un rimprovero, come la sua parte più ottimista prospettava. Invece gli va male, e non di poco. Di certo quando costruiva la sua canna da pesca particolare non pensava di finire a processo, al penale, per un simile episodio. 

L’accusa e il decorso

L’accusa dettagliata viene spedita ai pm che si mettono subito al lavoro. “Perché al fine di trarre profitto – si legge nel capo d’imputazione riportato anche da il Messaggero – si impossessava di una moneta presente all’interno della Fontana di Trevi, di proprietà del comune di Roma”.

Il legale del 64enne, però, non ci sta e chiede che venga celebrato il processo in secondo grado. Sono davvero troppi 80 giorni di carcere per una sola monetina presa con una calamita a Fontana di Trevi. Alla fine, in Appello, l’uomo riesce a cavarsela. È tutto prescritto, anche perché l’udienza viene fissata undici anni dopo il verdetto del tribunale. Il 7 aprile scorso il giudice stabilisce che è “decorso il termine delle prescrizione”.

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