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Roma, sfrattano di casa coppia di anziani disabili: ”Non riuscivano neppure a scendere le scale”

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Roma, anziani sfrattati di casa

Roma. Mario ed Elisa vivevano in quell’appartamento da oltre 10 anni: una storia, dei ricordi e, soprattutto, le loro abitudini ormai consolidate, considerando anche la loro età e la difficoltà di deambulazione della signora Elisa, che non può neppure salire le scale.

Lo sfratto ai danni di due 80enni disabili e in difficoltà

Ma l’immobile, quello in cui abitavano, non era di loro proprietà. Appartiene, in realtà, ad un fondo di investimento immobiliare – Fondo Scoiattolo – che aveva presentato un’istanza, accolta, al tribunale. Ora la coppia di anziani è stata completamente sfrattata, perché l’ordinanza ha avuto esecuzione immediata. 

La promessa dei sindacati: ”Daremo battaglia”

Nel frattempo, i sindacati degli inquilini promettono battaglia. Così come i figli della coppia li stanno aiutando a trovare una nuova sistemazione tra mille e mille difficoltà: Elisa, come dicevamo, non può muoversi e le scale rappresentano per lei una vera tortura. A sollevare la questione è stata la testata Repubblica, con un pezzo di Marco Carroccia, che ha voluto dar voce alla triste condizione della coppia sfrattata.

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Il paradosso di quel palazzo

Di fatto, il Fondo Scoiattolo, gestore del patrimonio della Cassa Ragionieri, ha cacciato di casa due anziani, per di più invalidi. Ed è solamente grazie al medico presente, che ha segnalato le loro condizioni precarie, che per il momento si è evitata la brusca manovra. In tutta la vicenda, non mancano ovviamente paradossi e contraddizioni, come ad esempio il fatto che, mentre gli anziani pagavano regolarmente le bollette per indennità  di occupazione, nello stesso palazzo ci sono anche diversi appartamenti chiusi da anni che la medesima società non usa, non vende né affitta. 

Decine di case vuote e chiuse su Roma, senza inquilini

Si tratta di persone, quelle come Elisa e Marco, fragili, indifese, di cui il Comune di Roma dovrebbe farsi carico, sistemandoli in una casa popolare. Certo, questo in un modo idilliaco parallelo, perché non sarà di certo una passeggiata per loro. E questo, nonostante il fatto che in città ci siano tante case chiuse di enti previdenziali pubblici e privati, così come altrettante persone in estrema precarietà abitativa.

Come fa sapere ancora Repubblica, addirittura gli anziani avrebbero preferito accendere un mutuo, con il sostegno anche dei figli, pero poter acquistare direttamente la loro amata abitazione. Ora, però, entro il 14 giugno saranno costretti a trovare un’altra sistemazione. Difficoltà immensa, che si aggiunge a quelle già presenti dell’anzianità e della malattia. 

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