Home » Ultime Notizie » Roma, stupro di coppia in ospedale: addetti alle pulizie condannati

Roma, stupro di coppia in ospedale: addetti alle pulizie condannati

Pubblicato il
furto in ospedale, al San Filippo Neri

Due addetti alle pulizie sono stati condannati per violenza sessuale ai danni di una 37enne, collega dell’ospedale San Camillo di Roma. Lui, 34 anni, l’avrebbe abusata, lei complice nell’aggressione, l’avrebbe invece trattenuta impedendole di difendersi.

Hanno puntato la vittima negli spogliatoi, avventadosi su di lei e costringendola con la forza a un rapporto sessuale. E’ la drammatica vicenda raccontata da una 37enne che nel 2018 ha subito violenza sessuale di coppia negli spogliatoi dell’ospedale San Camillo di Roma. I due aggressori lavoravano come addetti alle pulizie della struttura sanitaria, il che lascia intendere che avessero puntato in precedenza la vittima, premeditando il reato. Tuttavia sono tanti i tasselli al vaglio degli inquirenti, che indagano sulla vicenda.

Ospedale San Camillo di Roma

Coppia di addetti alle pulizia violenta una collega. Il legale difensore: “Dubbi sulla deposizione”

Stando a quanto raccontato dalla donna, vittima di stupro, il 3 marzo 2018 due addetti alle pulizie l’avrebbero aggredita negli spogliatoi dell’ospedale. La donna sarebbe stata aggredita a fine turno e i due accusati si conoscevano, ma nulla giustifica quanto accaduto alla 37enne. Lui, un 34enne, l’avrebbe violentata grazie al concorso in reato della compagna, di 42 anni, che l’avrebbe trattenuta mentre lui ne abusava. I due però hanno sempre negato questa versione dei fatti, nonostante abbiano ammesso effettivamente di conoscere la donna.

Ditta di pulizie in ospedale
Ditta di pulizie in ospedale

 

Sul caso sta indagando da anni il pubblico ministero Antonio Calarescu, facendo seguito alla denuncia che la donna ha sporto in Procura il giorno dopo i fatti. Secondo il legale difensore della coppia, l’avvocato Valle, la testimonianza della donna sarebbe però lacunosa, mettendone in dubbio la veridicità. A incastrare invece i due, stando al pm, sarebbe proprio l’immediatezza della denuncia della donna, che non potrebbe aver avuto un margine per inventarsi ulteriori versioni. I due addetti sono stati perciò condannati in primo grado: per lui, sei anni e sei mesi di reclusione, per la compagna invece due anni e otto mesi di carcere come complice.

 

Impostazioni privacy