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Roma, tentano di uccidere un coetaneo lanciandolo dal balcone: arrestati

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Roma

Un tentato omicidio in piena regola. Tre cittadini del Pakistan di 23, 25 e 26 anni hanno lanciato dal balcone un loro coetaneo, gettandolo da un’altezza di circa quattro metri. La vittima, un ragazzo 23enne di origine egiziana, è stato soccorso dal personale del 118. Fortunatamente non è in pericolo di vita. I tre sono stati arrestati dai Carabinieri e la loro posizione è al vaglio degli inquirenti. E’ successo a Roma, presso il centro di permanenza di largo Tommaso Perassi, nel quartiere Aurelio, venerdì 21 luglio 2023.

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La lite e il tentato omicidio

I Carabinieri della Compagnia di Roma Trastevere hanno arrestato tre cittadini del Pakistan di 23, 25 e 26 anni. I tre si trovavano in Italia senza fissa dimora ma erano temporaneamente domiciliati presso il centro di permanenza di largo Tommaso Perassi, nel quartiere Aurelio, a Roma. Gli agenti contestano ai tre uomini il reato di tentato omicidio in concorso ai danni di un cittadino egiziano di 23 anni, ospite dello stesso centro. I Carabinieri sono intervenuti a seguito di richiesta giunta al numero di emergenza 112 e hanno raggiunto la struttura che ospita diversi cittadini stranieri. Poco prima, infatti, era stata segnalata una lite e la conseguente caduta di un uomo dal balcone del primo piano.

Roma, arrestati tre cittadini pakistani con l’accusa di tentato omicidio

I tre uomini pakistani, per motivi apparentemente banali, avrebbero offeso con frasi discriminatorie (pare con riferimento alla propria fede religiosa) il 23enne egiziano. Successivamente lo avrebbero afferrato per le braccia e le gambe e – una volta sollevato di peso – lanciato con forza dal balcone della camera dove erano alloggiati, situata al primo piano, ad una altezza di circa 4 metri. La vittima è stata soccorsa dal personale del 118 e trasportata all’Ospedale Aurelia Hospital, in codice rosso ma non in pericolo di vita, dove è ancora ricoverata in osservazione. Il Tribunale di Roma ha convalidato il fermo e ha disposto il carcere per tutti. In attesa della condanna definitiva, per cui gli indagati, ad ora, risultano di fatto innocenti.

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