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Sciopero nazionale dei taxi: auto pubbliche ferme dalle 8 alle 22, presidio a Roma

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I taxisti scendono in piazza contro la deregolamentazione del settore.

protesta taxi roma 21 maggio
Un momento durante la protesta dei tassisti, Roma, 21 Maggio, 2024. ANSA/GIUSEPPE LAMI (ilcorrieredellacitta.com)

 

I taxisti incrociano le braccia per chiedere maggior tutele per esercitare, ma soprattutto nei confronti della concorrenza spietata delle multinazionali, a Roma come nel resto d’Italia. È questa la rivendicazione che ha portato le auto bianche a protestare martedì 21 maggio, dalle ore 8 alle 22, riunendosi in piazza San Silvestro a Roma per uno sciopero generale dei taxi. Una piazza a poca distanza dal centro della città e dalle aule istituzionali del Parlamento, per accendere i riflettori sulla deregolamentazione nel comparto taxi, in particolar modo per quanto riguarda l’uso illegittimo delle autorizzazioni da noleggio.

Sciopero generale dei taxi

È iniziato alle ore 8 del 21 maggio e proseguirà fino alle 22 lo sciopero nazionale dei taxi. La categoria si astiene quasi per un’intera giornata da ricevere chiamate e da prestare servizio dopo aver manifestato fino alle 17 in piazza San Silvestro. Uno stop che promettono di rinnovare però anche a ridosso delle elezioni per 48 ore. Lo sciopero proseguirà così fino a sera, per ribadire la necessità dei lavoratori di tutelare le loro modalità lavorative.

I taxisti, rappresentati oggi da Fast-Confsal taxi, Satam, Tam, Usb-taxi, Unica-Filt Cgil, Claai, Uritaxi, Uti, Unimpresa, Orsa-taxi, Ugl-taxi, Federtaxi-Cisal, Sitan Atn, Unione Artigiani, chiedono al Governo di prendere in considerazione determinate regole per esercitare la professione e “contrastare l’uso illegittimo delle autorizzazioni da noleggio”. La principale preoccupazione è che se dovesse crescere la domanda di servizi taxi e ncc, visti anche i disagi della mobilità urbana in città come Roma, gli algoritmi delle multinazionali potrebbero trarne profitto.

La categoria cerca con lo sciopero nazionale di salvaguardare la propria autonomia e indipendenza dalle multinazionali del noleggio. Secondo il responsabile nazionale di Ugl taxi, Alessandro Genovese, “in situazioni di emergenza o per calamità naturali i prezzi, come abbiamo visto, sono lievitati anche del 400%“.

Il pomo della discordia rimangono i decreti attuativi della legge quadro. Per Nicola Di Giacobbe, coordinatore nazionale del Comitato direttivo nazionale Unica Taxi Filt Cgil, il tassametro a bordo di un taxi è sempre esplicitato, con tariffe certificate, ma lo stesso non avverrebbe per le multinazionali, dove il prezzo sarebbe determinato da un algoritmo. La richiesta principale dei taxisti è quella di rimanere svincolati da un mercato dominato da attori multinazionali con “prezzi al posto delle tariffe”. Per migliorare la situazione in tutta Italia, i lavoratori del comparto suggeriscono perciò applicare delle leggi esistenti che permetterebbero alle amministrazioni di emettere nuove licenze, considerando il mercato selvaggio su quelle già esistenti.

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