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Scompaiono 123 mila euro dalla Finanza: militare identificato dai colleghi come “ladro”

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Soldi

Scandalo all’interno della Guardia di Finanza a Roma. Dopo un maxi sequestro di 123 mila euro dopo un blitz in due attività commerciali dell’Esquilino, un militare sarebbe stato considerato come il “presunto ladro” della sottrazione dei liquidi sequestrati. Avendo accesso probabilmente ai locali dove venivano tenuti, l’uomo si sarebbe appropriato della cifra. Non aveva calcolato, però, la disciplina alla legalità dei propri colleghi, coi militari che lo hanno subito denunciato e sospeso dall’Arma. 

Finanziere si appropria dei soldi sequestrati dalla Guardia di Finanza

I militari si erano ritrovati a fare i conti con la sparizione di alcune importanti prove riguardo delle indagini verso due attività dell’Esquilino. Nel giro di poco tempo, i finanzieri sono riusciti ad arrivare al possibile protagonista di questa vicenda: un collega, definito “l’infedele dell’Arma”, avrebbe sottratto quella cospicua cifra di 123 mila euro dalla sezione “sequestri”, ignorando di poter essere intercettato nell’azione. 

Banconote da 500 euro
Banconote da 500 euro

Il finanziere finisce al centro di un’indagine interna alla Guardia di Finanza

Al momento, la Guardia di Finanza – attraverso la Procura – ha letteralmente congelato i beni del presunto “finanziere infedele”. Per quello che lo riguarda, è stata posta sotto sequestro la sua casa nuova, un’automobile e una motocicletta di ultima generazione comprata recentemente. Sulla vicenda, anche i titolari delle due attività hanno iniziato un iter per la restituzione della somma sequestrata: solo un prossimo processo, infatti delineerà lo sblocco dei liquidi posti sotto sequestro. 

L’indagine lampo dentro la Guardia di Finanza

Il furto dei materiali sequestrati, in questo caso soldi, è avvenuto tutto all’interno degli uffici legati alla Guardia di Finanza. Ad aprire la luce sulla vicenda, il dissequestro dei soldi delle due attività sequestrate: se da una parte il Giudice aveva concesso la restituzione della somma sequestrata, dall’altra lo Stato aveva evidenziato la scomparsa dei soldi sottratti nell’attività d’indagine. Una condizione che, almeno oggi, sfocerà con una nuova causa – la terza – in Tribunale. 

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