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Sesso negli uffici del Comune di Santa Marinella: nella bufera il Sindaco

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Una scandalo dall’immensa portata quello che si sta abbattendo sul Comune di Santa Marinella in queste ore. Un’inchiesta giudiziaria avrebbe rivelato situazioni compromettenti per il sindaco Pietro Tidei, che sarebbe rimasto coinvolto in vicende a “luci rosse” all’interno degli Uffici comunali. Secondo le carte giudiziarie, si parlerebbe di video che immortalano il Primo Cittadino in rapporti sessuali con due donne. 

Scandalo sessuale nel Comune di Santa Marinella: nella bufera il Sindaco

L’inchiesta giudiziaria, legata a presunti fatti legati alla corruzione e il giro di mazzette nel Comune balneare del Litorale Romano, avrebbe portato alla luce dei video con contenuti sessualmente espliciti. All’interno dei file multimediali, si vedrebbe impegnato il sindaco Tidei con altre due donne. A destare scandalo all’interno della vicenda, però, è come tali filmati siano stati girati all’interno degli Uffici comunali.

Il sindaco Pietro Tidei
Il sindaco Pietro Tidei

Cosa contengono i video dell’inchiesta giudiziaria?

Secondo gli inquirenti della magistratura, sarebbero almeno due i video compromettenti per il Sindaco di Santa Marinella. In tali filmati, l’uomo di 77 anni s’intratterrebbe in rapporti sessuali con due donne diverse. Le signore, secondo quello che rivelano i video, sarebbero state intrattenute nel Comune in due momenti differenti, che lascerebbero intendere come il Primo Cittadino fosse sorvegliato da diverse settimane. 

La difesa del sindaco Pietro Tidei 

Attraverso la consulenza legale dell’avvocato Lorenzo Mereu, il sindaco Pietro Tidei comunica alla stampa: “Hanno usato contro di me 4000 mila ore di video e fatti estranei e irrilevanti al giudizio che oltretutto era contro di loro. Ero io l’obiettivo da far fuori per proteggere gli interessi della famiglia. Per la consulenza informatica chiedete a R.A. … Che ora è accusato anche di minacce aggravate”. 

Scandalo sessuale
Scandalo sessuale

I punti della difesa del sindaco Pietro Tidei

Il Sindaco di Santa Marinella, nel proprio comunicato stampa, elenca questi punti in sua difesa:

“1. Il Sindaco Pietro Tidei nel 2022 denunzia un tentativo di corruzione che coinvolge alcune persone che rivestono anche ruoli istituzioni e politici;
2. La Procura della Repubblica inizia le indagini e nell’ambito di tale attività dispone, tra gli altri mezzi di ricerca della prova, l’intercettazione ambientale che viene eseguita anche dentro alcuni locali del Comune di Santa Marinella;
3. Tramite l’intercettazione ambientale vengono captati, come sempre accade, sia elementi utili di indagine e sia fatti totalmente inutili (che riguardano persone terze)
4. Tra le intercettazioni di fatti inutili ed estranei all’attività di indagine vi sono i famosi video di cui si sta parlando freneticamente in questi giorni;
5. Dopo la chiusura delle indagini (che presuppone, sotto il profilo tecnico processuale, l’intenzione del P.M. di procedere penalmente nei confronti dei soggetti indagati) il PM mette a disposizione degli indagati i file di indagine da lui ritenuti utili e pertinenti al processo;
6. Dopo questo passaggio vi è stato nel caso in esame, un corto circuito: non si è in grado di comprendere bene quello che è successo perché ancora la persona offesa dai reati, il Sindaco Tidei, non ha ricevuto alcun atto che gli consenta accedere al fascicolo di indagine e quindi di controllare e comprendere quello che realmente accaduto.
Si può fare un’ipotesi.
Prima di ipotizzare quello che può essere accaduto è necessario evidenziare che la Legge impone che il trattamento dei dati captati venga effettuato nel seguente modo:
a. Le intercettazioni che il PM ritiene rilevanti sono messe subito a disposizione delle difese che possono subito estrarne copia (tra queste non rientrano i famosi video in parola);
b. Le intercettazioni che il PM ritiene non utili e potenzialmente in grado di provocare danni a persone estranee ai reati di cui all’indagine vengono inseriti in uno speciale archivio (i video di cui stiamo parlando dovrebbero essere stati inseriti in questo archivio).
c. I dati presenti in tale archivio “riservato” possono essere solo “ascoltati e visionati” dai legali degli indagati, che quindi non possono in questa fase estrarne copia.
d. Gli indagati ove ritengano utile acquisire anche i file che sono presenti in tale archivio debbono presentare richiesta alla quale deve essere data una risposta motivata.
7. Nel caso in esame un indagato ha ottenuto i dati sensibili presenti nell’archivio “riservato” che non riguardano fatti utili alle indagini e ne ha diffuso il contenuto”. 

“Enorme errore nel consentire agli indagati di avere a disposizione atti del giudizio estranei e irrilevanti per la loro difesa”

Conclude il proprio comunicato il sindaco Pietro Tidei: “Quindi in buona sostanza si può affermare che vi è stato un enorme errore nel consentire agli indagati di avere a disposizione atti del giudizio estranei e irrilevanti per la loro difesa ma assolutamente necessari, dal loro punto di vista, per denigrare non solo un avversario politico ma colui che con coraggio ha denunziato le loro malefatte“.

Conclude il Primo Cittadino: “Quello che è accaduto e sta accadendo è un fatto di enorme gravità e a pensarci bene, può accadere sa tutti: chiunque, pur adottando comportamenti corretti può, indirettamente, essere trasformarsi in vittima di chiunque usi un indagine da cui sono sfuggiti inavvertitamente segreti per avvalorare qualsiasi tesi o muovere qualsiasi accusa sul piano privato. Il compito della Giustizia è quello però di impedire che tali aspetti possano essere diffusi urbi et orbi, come invece è tristemente accaduto in questo caso”.

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