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SOS minori in fuga, sempre più ragazzini scappano di casa a Roma e provincia: ecco cosa rischiano e come aiutarli

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stupro di Capodanno, parla un'amica (ed indagata) della vittima

“Aiutatemi, chiunque l’abbia vista si rivolga alle forze dell’ordine” è l’appello lanciato via Facebook dalla mamma di una ragazza di quattordici anni scomparsa recentemente a Roma. Una fra le tante. Una casistica – quella di giovani e giovanissimi che scappano di casa – sempre più significativa, esplosa in maniera allarmante nei mesi del lockdown.

Un paio di giorni fa una ragazza di 17 anni è scomparsa da Tor San Lorenzo. Di lei ancora nessuna notizia. Solo un paio di segnalazioni nella zona della Stazione Termini. Nella stessa località sul litorale pontino il 16 gennaio scorso era sparita Federica, ritrovata poi fortunatamente a Catania.

Stesso lieto fine per la vicenda di Leonardo, il 14enne scomparso nei pressi di Acilia la settimana scorsa. La sua fuga è durata solo poche ore. Leonardo è stato ritrovato, sta bene ed è tornato a casa con i suoi genitori.

E’ un continuo alternarsi, ormai, di comunicati di scomparse e ritrovamenti (nel migliore dei casi). Ed è proprio in situazioni come queste che i social con le loro condivisioni finiscono col rivelarsi uno strumento prezioso, indispensabile.

Sara, Noemi, Jessica, Leonardo hanno esternato con un atto di ribellione il loro malcontento, la loro disperazione. Allarmando le famiglie, gli amici, intere comunità.

La scuola – considerata fino a qualche mese fa – un insostenibile fardello – oggi viene vista con occhi diversi. Una parentesi di evasione dai problemi che ci sono in casa e, in alcuni casi, il posto ideale per allontanarsi senza fare più rientro. Come è accaduto a Marina la studentessa del Prenestino che dopo le lezioni aveva tentato la fuga. Rintracciata fortunatamente dalle forze dell’ordine, era stata poi riconsegnata alla famiglia.

Secondo Ennio Pietrangeli – esperto di sicurezza internazionale – l’attenzione deve rimanere alta per un fenomeno che non accenna a diminuire. Il rischio di cadere nei giri sbagliati o nelle grinfie di malintenzionati è alto.

“Si potrebbe essere indotti a pensare a collegamenti con l’induzione al consumo di sostanze stupefacenti e al business ad esse correlato – dichiara Pietrangeli. Nella maggior parte dei casi, infatti, i ragazzi si allontanano dalle proprie case senza un centesimo in tasca. E questo li renderebbe – secondo il noto esperto di sicurezza – facile preda di criminali e spacciatori. 

“E’ la sana volontà di crescere, di diventare autonomi e indipendenti a spingere i ragazzi fuori dalle mura domestiche – spiega la dott.ssa Manuela Greco psicopedagogista e counselor – Spesso però la rottura che in condizioni di normale equilibrio familiare avviene in maniera graduale e indolore (o quasi) in alcuni casi si traduce in una reazione brusca a qualcosa che i nostri figli faticano a concepire: liti fra i genitori, violenza domestica, forti incomprensioni. Tutte condizioni che il lockdown ha ovviamente esasperato”. 

“Dobbiamo parlare con i nostri figli, raccontare loro di noi, del nostro vissuto, comunicare con loro da vicino, allontanandoli il più possibile dai dispositivi elettronici e dedicando loro più spazio. La presenza di un animale domestico  anch’essa, può fare molto, allentando le tensioni e creando un clima armonico in casa” – suggerisce la Greco, ricordando come un tempo le famiglie erano vere e proprie comunità, dove nonni, zii e cugini rappresentavano una certezza, un costante punto di riferimento. 

Il fatto poi che molti genitori oggi lavorano in smart-working non aiuta. Ed è proprio quel senso di frustrazione e di estraniamento che induce i ragazzi ad allontanarsi. Il problema è che non tutti dispongono degli strumenti necessari per vivere accanto ai propri figli il delicato tempo dell’adolescenza. Per questo, rivolgersi ad un esperto e farsi consigliare è sempre – in caso di bisogno – la soluzione migliore. 

Rosanna Sabella

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