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Terza dose vaccino Covid in Italia, ecco quando potrebbe partire la somministrazione

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E se in Israele sono già partite le somministrazioni della terza dose di vaccino sugli over 60 e negli Stati Uniti si comincerà a partire dal prossimo 20 settembre come hanno annunciato le autorità sanitarie, in Italia il dibattito è ancora tutto aperto. Francia e Germania sembrano essere pronte a partire sulla scia di uno studio condotto proprio in Israele, che ha mostrato come il terzo richiamo di Pfizer, a una settimana dall’inoculazione, abbia un’efficacia contro il virus dell’86%. 

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Quando si farà la terza dose di vaccino in Italia? 

In Italia ancora non si parla di terza dose. O meglio, l’obiettivo resta quello di accelerare la campagna di vaccinazione, di raggiungerà l’immunità e di tutelare soprattutto i più giovani. Sulla questione ha preso parola Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Cts, che intervistato da Avvenire ha spiegato: “La terza dose, per cui le evidenze scientifiche dimostrano l’effetto “booster” sui linfociti di memoria, è sicuramente necessaria al più presto per gli immunodepressi quali i riceventi un trapianto di organo solido o coloro che ricevono terapie con impatto sul sistema immunitario per patologie oncoematologiche. Come sistema sanitario dobbiamo attivarci prioritariamente su questa categoria. E i dati resi disponibili in queste ultime ore sul profilo di sicurezza e di efficacia della terza dose del vaccino di Pfizer/BioNTech sono confortanti. Per altre categorie, i fragili per età anagrafica o patologia concomitante, è in atto una valutazione accurata delle evidenze disponibili rispetto alla durata della protezione conferita dalla vaccinazione e sulla scorta di questi dati si deciderà se e quando somministrare la terza dose”. 

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Ma quando potrebbe partire la somministrazione della terza dose? Il nocciolo della questione riguarda anche gli anticorpi e la loro durata. Questo perché sono in tanti i cittadini che si sono vaccinati nei primi mesi del 2021 e che, a distanza di tempo, ora potrebbero correre il rischio di ammalarsi di nuovo. Ma su una cosa sembrano essere tutti d’accordo: l’autunno che sta per arrivare, fortunatamente, sarà diverso da quelli scorsi perché con il vaccino, l’unica arma a disposizione, il quadro generale tenderà a migliorare sempre di più.

“Avremo due scenari con cui confrontarci: quello dei vaccinati, protetti dalla malattia grave nel 96% dei casi. E quello, ben più preoccupante, delle persone non protette perché hanno fatto la scelta di non vaccinarsi con un virus che non ha certo perso capacità di fare male e che anzi è anche più contagioso. Ecco perché è così importante insistere sulla vaccinazione soprattutto nelle categorie a maggior rischio. In ogni caso, con quasi il 70% della popolazione che ha completato il ciclo vaccinale, non rivivremo l’autunno dell’anno scorso” – ha concluso Locatelli. 

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