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Torvaianica, non pagavano le concessioni demaniali da 10 anni: chiusi 9 stabilimenti

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9 stabilimenti, a Torvaianica, non potranno riaprire i battenti da domani, giorno in cui ricomincerà la stagione balneare. Un’ordinanza firmata dal sindaco Adriano Zuccalà stabilisce infatti che “per le concessioni demaniali marittime di seguito elencate, essendo venuti a mancare i requisiti oggettivi e soggettivi volti ad assicurare e garantire la corretta ed efficiente utilizzazione delle stesse, è stato emesso idoneo atto di decadenza”.

Tra questi ci sono sia stabilimenti aperti che chiusi da tempo, situati al centro di Torvaianica come nella zona sud.

Le aree sopra citate dovranno essere delimitate a cura e spese degli attuali custodi (ex concessionari) – si legge ancora nell’ordinanza n. 40, pubblicata ieri sull’albo online del Comune di Pomezia – ai quali la presente ordinanza viene prontamente notificata e gli stessi dovranno ottemperare anche all’obbligo di esporre in maniera ben visibile la presente ordinanza. I sopra citati custodi avranno altresì l’obbligo di segnalare tempestivamente agli Uffici comunali competenti ed alle Forze dell’Ordine, il verificarsi di qualsiasi situazione contraria all’ordine pubblico o al pubblico interesse“.

Detto in parole povere, i titolari degli stabilimenti (almeno di quelli ancora in funzione, perché come detto tra questi ce ne sono alcuni che risultano abbandonati da tempo, anche esistono ovviamente i proprietari delle strutture murarie) non potranno mettere lettini e ombrelloni e lavorare, ma dovranno stare attenti che nel tratto di spiaggia che finora hanno gestito non entri nessuno. 

“La situazione non è semplice da spiegare – dichiara il sindaco Adriano Zuccalà – ma di certo la nostra non è una cattiveria nei confronti di questi balneari. Si tratta di inadempienze che vengono portate avanti anche da 10 anni. Questo è solo l’epilogo di un lungo iter burocratico che ha i suoi tempi, di cui tutti gli interessati erano a conoscenza e il fatto che questo atto sia capitato adesso è solo casuale”.

A prescindere dal fatto che le concessioni non siano state pagate – del tutto o parzialmente – per circa 10 anni, effettivamente per questi concessionari ci sono atti amministrativi in essere da diverso tempo. Le determine dirigenziali che hanno portato al provvedimento conclusivo di ieri sono infatti datate agosto e dicembre 2018, ottobre 2019 e, infine, 10 marzo 2020. I balneari avrebbero potuto fare ricorso entro 60 giorni all’ultimo atto del Comune, quello del 10 marzo, ma da quel che risulta solo un paio di loro sembra lo abbiano fatto nei tempi previsti dalla legge. Adesso c’è da vedere se il Tar accoglierà i ricorsi presentati dando ragione ai ricorrenti, oppure se confermerà la decisione del Comune. Nel frattempo, gli stabilimenti dovranno restare chiusi.

“Tutti avrebbero potuto chiedere una sospensiva al Tar fin dal momento della notifica –  chiarisce Zuccalà – ma questo è successo solo in casi isolati”. Ma cosa accadrà ora alle spiagge? Diventeranno spiagge libere gestite dal Comune? “Assolutamente no. Le spiagge devono tornanare nelle disponibilità dello stato e verranno rimandate ad avviso pubblico per attribuire nuovi gestori. Per quello che prevede la legge, al momento quei tratti di spiaggia saranno interdetti, perché il Comune non può gestirli direttamente finché non verranno effettuati tutti i passaggi di rientro in possesso. Solo allora potranno essere assegnati a nuovi concessionari. Ma nel frattempo il Comune non può gestire quei tratti di arenile perché non ne ha la disponibilità”.

Ci saranno quindi interi tratti di spiaggia interdetti ai cittadini proprio nell’anno in cui il Covid-19 impone di mantenere le distanze: un’altra tegola per l’estate pometina, di certo non voluta dall’amministrazione né tantomeno dai bagnati che speravano di poter passare una stagione tranquilla.

“Su questo stiamo cercando una strada operativa per garantire almeno l’utilizzo dell’arenile”.

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