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Travolta e uccisa mentre va a trovare la figlia al cimitero: 73enne condannato per omicidio stradale

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LINA CAPPELLETTI

La giustizia fa il suo corso, e così, nella mattinata odierna, giovedì 27 aprile 2023, in tribunale a Civitavecchia, è arrivato il verdetto del giudice. Condannato a 8 mesi di reclusione per il reato di omicidio stradale un 73enne della provincia di Viterbo, il quale aveva investito, uccidendola, l’82enne Lina Cappelletti. La donna stava attraversando la strada a piedi quando è stata travolta. 

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Condannato a 8 mesi per aver travolto e ucciso una 82enne

La sentenza è stata pronunciata all’esito dell’udienza tenutasi quest’oggi, giovedì 27 aprile 2023, in tribunale a Civitavecchia, dal giudice dott.ssa Paola Petti: l’imputato per il processo ha scelto il rito abbreviato usufruendo dei relativi benefici previsti sulla quantificazione finale della pena, come fa sapere una nota giunta in redazione da Studio3A che ha seguito il caso. 

La dinamica dell’incidente stradale

La signora Cappelletti, nonostante l’età avanzata, godeva ancora di ottima salute ed era in gran forma, totalmente autosufficiente; anzi, cuoca e grande appassionata di cucina, cucinava lei per tutti in famiglia, curava il proprio giardino meglio di un orto botanico e amava andare in campagna per raccogliere erbe selvatiche da utilizzare per i suoi piatti genuini. E, tra le sue varie attività, ogni giorno si recava in cimitero per rendere visita alla figlia prematuramente scomparsa e per tenere in ordine la sua tomba. Ironia del destino, quel maledetto giovedì mattina l’anziana era diretta proprio qui, proveniva da piazzale dell’Università Agraria e, per raggiungere il camposanto, ha attraversato la strada di fronte, via dei Platani, in corrispondenza delle strisce pedonali e all’altezza del civico 17, quando il Mitsubishi Pajerocondotto dal settantatreenne, che sopraggiungeva in direzione Roma, l’ha inopinatamente e incomprensibilmente travolta: sull’asfalto nessun segno di frenata.

La corsa in ospedale e il decesso

L’ottantottenne è stata trasportata d’urgenza in ambulanza dai sanitari del 118 in condizioni critiche all’ospedale di Bracciano ma, nonostante tutti i tentativi dei medici di salvarla, è deceduta poche ore dopo a causa dei troppo gravi politraumi fratturativi ed emorragici riportati, in particolare al capo e nella regione pelvico addominale, nel tremendo impatto con il cofano e il paraurti del Suv prima, e nella rovinosa caduta a terra poi, come confermato dall’autopsia disposta dall’autorità giudiziaria.

Il procedimento per omicidio stradale

L’automobilista è stato infatti subito iscritto nel registro degli indagati nel procedimento penale per omicidio stradale aperto dalla Procura di Civitavecchia: i familiari della vittima, per essere assistiti,tramite il consulente Matteo Cesarini, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, con la collaborazione dell’avv. Lorenzo Marcovecchio del foro di Isernia.

La sentenza dopo le indagini

E al termine delle indagini preliminari il Pubblico Ministero titolare del fascicolo, la dott.ssa Martina Frattin, sulla base dei rilievi effettuati dalla polizia locale di Manziana e del loro rapporto, delle testimonianze acquisite e della consulenza cinematica, ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per A. G. ritenendolo l’esclusivo responsabile della tragedia e imputandogliil fatale investimento dell’anziana, “che attraversava la carreggiata in prossimità delle strisce pedonali da destra verso sinistra rispetto alla direttrice di marcia dell’autovettura”, come recita la richiesta, per “colpa consistita in negligenza, imprudenza, imperizia e nella violazione della disciplina della circolazione stradale“: in particolare gli articoli 140 e 141 commi 1, 2 e 3, 4 del Codice della Strada, “che prescrivono, nel loro combinato disposto, di regolare la velocità di marcia e mantenere il controllo del veicolo in modo da consentire ai pedoni che abbiano già cominciato l’attraversamento della carreggiata di raggiungere in sicurezza il lato opposto della stessa”, sempre per citare l’atto del Sostituto Procuratore. Si è così arrivati al processo e alla sentenza odierna.

Risarcimento familiare

I familiari di Lina Cappelletti, che ha lasciato un figlio, quattro amatissimi nipoti e due sorelle, attraverso Studio3A sono già stati da tempo integralmente risarciti dalla compagnia di assicurazione della vettura, ma si aspettavano anche una risposta dalla giustizia penale. Che ora è arrivata.

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