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Un ‘carnefice’ e l’incubo di 15 donne: l’offerta di lavoro, il revenge porn, poi i ricatti e le estorsioni

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Minacce, estorsioni e gesti folli sono solo una piccola parte di ciò che ben 15 vittime (ma forse anche di più) hanno vissuto negli ultimi anni solo per aver risposto ad un’offerta di lavoro. Il tutto, da quanto ricostruito dagli inquirenti, non nasceva a caso: era ben studiato, confezionato ad hoc proprio per le sue vittime. Le donne finite in questo circolo vizioso, in questa rete senza uscita, erano quasi tutte in precarie condizioni economiche e in cerca di lavoro. Mamme single, donne in difficoltà di tutta Italia che come unica “colpa” hanno avuto quella di rispondere ad un offerta di lavoro. 

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Il piano ad hoc per le donne senza lavoro: ecco come agiva M. V. 

Buongiorno, sono il dottor Siniscalco, ho visto la tua inserzione di ricerca lavoro su “omissis”. Ti offro un contratto di lavoro regolare, ben retribuito e con alcuni bonus speciali’’. Era questa la frase ripetuta da M.V., classe 1984, un disoccupato e senza dimora fissa, lombardo di nascita. Le vittime, come abbiamo accennato, una volta risposto a quell’annuncio finivano in una rete di artifizi e raggiri che poi si evolveva in una serie di vere e proprie minacce finalizzate ad estorcere denaro.

Il copione era sempre lo stesso. M.V., dopo aver carpito le informazioni delle vittime ed essersi guadagnato la loro fiducia, cominciava a fare richieste particolari, foto del seno o video osé. Le donne, però, costrette da una società malsana, con l’unico obiettivo di portare a fine mese dei soldi a casa spesso, purtroppo, cedevano a questa richieste. “Dopo la foto mi darà il lavoro, e andrà tutto bene” speravano. E invece no, da quel momento per loro iniziava un vero e proprio calvario che si articolava in minacce di vario genere.
Prima c’era la minaccia del revenge porn, diffusione non consensuale di materiale esplicito su internet e poi si arrivava alle vere e proprie minacce di spedizioni punitive. Il carnefice parlava di presunti picchiatori locali, che avrebbero arrecato danni di genitori e figli delle vittime.

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Le indagini: lui irreperibile dal 2019 e poi la svolta nel caso

Gli investigatori del Commissariato Sant’Ippolito diretto da Roberto Cioppa, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma, allertati da una denuncia sporta da una delle vittime, riuscivano ad identificare l’autore delle vili estorsioni appurando che lo stesso, già ricercato in tutta Italia per reati della stessa natura, era irreperibile dal 2019.

Uno stato d’irreperibilità più volte ostentato dall’uomo che, dichiarandosi sfacciatamente imprendibile, invitava le donne a denunciare il tutto alle forze dell’ordine che, a suo dire, non lo avrebbero mai preso. Dopo indagini lampo, gli investigatori hanno accertato che lo stesso si trovasse in incognito in un appartamento del centro di Salerno.

E così, all’alba del 24 aprile, giorno del compleanno di M.V., gli uomini del Commissariato Sant’Ippolito hanno fatto irruzione sorprendendo il reo in compagnia della sua fidanzata. Immediatamente gli operanti si sono resi conto della presenza di una vittima della provincia di Salerno, ancora oggetto d’estorsione, che viveva un profondo stato d’angoscia e di prostrazione.

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“Mi ha rovinato la vita, gli ho versato quasi 14mila euro”: la denuncia di una delle vittime 

La donna, sentitasi finalmente salva, ha così denunciato il tutto; liberandosi e riferendo  che l’uomo le aveva rovinato la vita, costringendola nell’arco di 7 mesi, al versamento di quasi 14.000,00 euro. Ammonterebbero ad oltre 15 le vittime cadute in trappola, un trend sicuramente destinato a salire con l’evolversi delle indagini del Commissariato. Indagini a carico di un criminale istrionico, sembra abbia costretto alcune vittime ad avere rapporti sessuali con altre persone.

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Inoltre, pare sia stato capace di vendere falsi biglietti di Sanremo e di fittare case inesistenti. Ci avevano visto lungo gli investigatori che, partiti da una denuncia di 78,00 euro a carico di un uomo inesistente, avevano sin da subito ipotizzato che vi fosse serialità nella condotta. La fine di un incubo per le vittime, alcune delle quali avevano maturato più volte il pensiero di compiere gesti insani.

Le indagini lampo sviluppate a Salerno, dagli agenti della Polizia di Stato, hanno ricostruito l’intera dinamica estorsiva da questi commessa nella provincia. Gli investigatori hanno anche appurato che l’uomo fantasma, con le valigie sempre pronte alla partenza, vivesse abitualmente solo e soltanto di proventi di reato. Gli elementi raccolti hanno quindi consentito alla Procura della Repubblica di Salerno di emettere un decreto di fermo. Per M.V. si sono aperte le porte del carcere di Fuorni. La compagna del predetto invece è stata denunciata per concorso in estorsione.

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