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UNIVERSITA’ DI POMEZIA, PARTE IL “NUOVO CORSO”

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NUOVO PRESIDENTE E NUOVE PROSPETTIVE PER IL CAMPUS SELVA DEI PINI

L’Università ricomincia da zero. Lo scorso 26 Luglio il CdA è stato rinnovato e ha nominato nuovo Presidente l’Avv. Giorgio Di Micco – che prende il posto dell’uscente Piergiorgio Crosti – e suo vice Massimo Ciccolini. Una gestione nuova, chiamata a risolvere diversi problemi, tra cui primeggia quello del disavanzo economico. “Partendo dal presupposto che è normale che un’istituzione come l’Università abbia un costo e che è realisticamente difficile, se non impossibile, portarla in attivo, l’obiettivo che mi sono prefisso è quello di far diventare questo costo un investimento”, ha esordito il neo Presidente. Ma come può riuscirci, viste le feroci critiche piovute negli ultimi mesi? “Dal giorno in cui mi sono insediato ho iniziato, con il vicepresidente, un lavoro di verifica che consenta di capire esattamente quale sia lo stato economico del Consorzio Universitario. In linea con le necessità di rigore contabile, lo scopo è quello di contenere le spese e cercare nel contempo di aumentare le entrate rivedendo i contratti in essere. Ogni attività del Consorzio terrà sempre presente che i soldi utilizzati sono pubblici, ovvero dei cittadini, che tanti sforzi ogni giorno fanno; serve quindi un’assoluta trasparenza e oculatezza nella loro gestione. Ogni singolo euro speso deve avere il suo perché”.

Questo vale anche per le entrate? Una delle maggiori polemiche dei giorni scorsi riguarda i contratti di gestione degli impianti sportivi, concessi a prezzi irrisori. Verranno rivisti?

“Il CdA ha ritenuto di non ratificare quei contratti, sia perché illegittimi, sia per la notevole sproporzione tra quanto concesso in gestione dal Consorzio e quanto pagato dalle società sportive affidatarie. A ogni modo, il Consorzio, poiché ritiene che sia interesse di tutti ottenere un riequilibrio dei rapporti in ordine alla gestione degli impianti sportivi, è certo che le società sportive affidatarie, tutte di Pomezia, avranno a cuore il bene comune e vorranno partecipare a ricostruire consensualmente una convenzione che tenga in debito conto l’esatto valore economico di quanto loro concesso. Certamente, il Consorzio non potrà mai accettare che il punto di ristoro solo per atleti, “l’Asino colto” per intenderci, sia data in gestione per solo Euro 220,00 al mese”.

Anche il contratto con la LUM è stato oggetto di critiche, per le alte spese sostenute dal Consorzio.

“E’ intenzione del Consorzio incontrare i dirigenti della LUM per vedere insieme il contratto che ci unisce. Il Consorzio ha un obiettivo ben preciso, che è quello, passando per lo step obbligatorio di sede distaccata di un’altra Università, di far diventare la nostra una vera Università indipendente, l’Università di Pomezia, che dia lustro alla città proponendo ai suoi studenti un’offerta formativa varia e di eccellenza, che diventi la prima scelta e non un ripiego. Dovranno essere i ragazzi degli altri Comuni a voler venire a Pomezia, proprio per la qualità dell’insegnamento”.

Come pensa di riuscirci?

“Trattando anche con i numerosi e prestigiosi Atenei che si sono mostrati interessati alla nostra sede: noi possiamo offrire tanto, perché il potenziale che ci viene non solo dalla struttura, che è davvero magnifica, ma anche dall’esperienza pregressa , è notevole, ed i Rettori più lungimiranti lo hanno capito”.

E le voci che nei giorni scorsi hanno invece parlato di una volontà di chiudere tutto?

“Sono assolutamente infondate. La presa di posizione del nuovo Consiglio di Amministrazione è chiara: tracciare una linea di confine netta con il passato, ricominciando un progetto di rilancio con basi più solide e forti di quelle precedenti. Le nostre intenzioni sono positive e propositive, e prevedono una crescita culturale di Pomezia proprio attraverso questa Università. Siamo arrivati in tempo per poter fare quell’inversione di rotta necessaria per far diventare questo luogo un polo di eccellenza. Bisogna ragionare guardando al futuro: gli investimenti necessari oggi, torneranno tra qualche anno grazie agli studenti che avremo formato. Esagerando, ma solo per far capire meglio quale sia l’intenzione del Consorzio, vorrei fare un paragone con il Presidente degli Stati Uniti Obama, che ha investito milioni di dollari sull’istruzione e sulle scuole. Lo ha fatto perché, al momento, in tutti i posti chiave a capo delle più importanti aziende americane ci sono degli stranieri, evidentemente più preparati rispetto agli statunitensi. Dando loro la formazione giusta, in pochi anni anche gli studenti americani potranno aspirare a ricoprire quelle importanti cariche, riportando “in casa” il prestigio nazionale. Ecco, il Consorzio vorrebbe che i nostri ragazzi, studiando qui, siano in grado di poter fronteggiare qualsiasi sfida e di raggiungere alti traguardi. Non si tratta di utopia, ma solo di strategia. Tutto questo è in sintonia con l’amministrazione comunale, che crede nel progetto di crescita di questa Università. Il costo che la comunità dovrà sostenere avrà quindi come contropartita la crescita culturale, e di conseguenza economica e di prestigio, dell’intera città”.

Ed il passato?

“Se ci sono stati errori, chi li ha commessi se ne dovrà assumere le responsabilità, ma non sta a me fare il giudice o il controllore. Il mio scopo è quello di far ripartire alla grande questa struttura. Ho trovato la massima disponibilità da parte dei dipendenti, che hanno tutto l’interesse e la voglia che questo progetto di crescita si concretizzi”.

E per quanto riguarda le cooperative?

“Ci saranno dei cambiamenti gestionali: sicuramente avremo bisogno di lavoratori esterni, ma adesso affideremo le commesse a “lotti”, ovvero suddivise per competenze, come la guardania o la gestione del bar e della mensa. Questo comporterà una razionalizzazione del lavoro e un concreto risparmio per il Consorzio”.

Idee chiare, grinta e voglia di fare: un cocktail vincente che fa pensare che la strada intrapresa sia quella giusta.

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