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Vaccino anti-Covid, per l’immunità di gregge sarà necessaria anche la terza dose?

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Nonostante la campagna vaccinale vada a rilento, già si parla (e ci si chiede) della terza dose di vaccino contro il Coronavirus. Al momento l’obiettivo di 500mila dosi al giorno (obiettivo prefissato dal generale Figliuolo) sembra essere lontano. Altri Paesi però sembra che stiano già pianificando la terza somministrazione del vaccino anti-Covid. Ad esempio negli Stati Uniti, dove si sta considerando la possibilità di “dosi successive” entro un anno dalla prima somministrazione. 

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Vaccino Coronavirus: terza dose 

Attualmente il punto è uno: non sappiamo quanto durerà l’immunità contro il Covid, soprattutto messa a rischio dalle varianti. Proprio per questo l’esigenza di una terza dose si sta iniziando a prendere in considerazione. David Kessler, chief science officer della task force per l’emergenza Covid dell’amministrazione Biden ha detto che: «I dati preliminari mostrano che gli anticorpi neutralizzanti persistono per un po’ di tempo dopo la seconda dose di un vaccino a mRna, con un declino relativamente lento nel tempo. Come per gli altri vaccini, come per gli antinfluenzali, una dose successiva può essere importante per il prolungare la protezione contro il ceppo originario, ma può essere fondamentale per fornire protezioni dalle varianti».

Anche il CEO di Pfizer, Albert Bourla, durante il dibattito sulla vaccinazione annuale contro il coronavirus ha dichiarato che: «La terza dose di Pfizer sarà necessaria, probabilmente, tra 12 mesi». Quindi anche per vaccini non monoclonali come Johnson&Johnson ci sarà quasi sicuramente una terza dose. 

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