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Vaccino Pfizer o AstraZeneca, le differenze di efficacia per la prima dose dei vaccini

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Il 90% delle persone che hanno ricevuto il vaccino anti-Covid (alcuni anche dopo la prima dose) si recano in clinica per effettuare un test anti-Spike ovvero un esame che consente di tracciare gli anticorpi presenti nell’organismo. Il punto è proprio capire l’efficacia di un vaccino in relazione al Covid: dopo quanto tempo si formano gli anticorpi? Cosa cambia tra prima e seconda dose? 

Le domande, tutte ancora oggetto di studi, portando ad una seconda discussione – trasformata poi in ricerca scientifica – che ha considerato le percentuali degli anticorpi rispetto a due vaccini: lo Pfizer e l’AstraZeneca. Lo studio, condotto in Galles e Inghilterra, su più di 8mila vaccinati ha evidenziato come il 97% dei britannici che hanno ricevuto – la prima dose – il vaccino AstraZeneca o Pfizer hanno sviluppato gli anticorpi. La percentuale sale poi al 100% dopo la seconda somministrazione. 

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AstraZeneca, Pfizer e gli anticorpi: cosa cambia tra i due vaccini 

Circa la differenza di efficacia tra AstraZeneca e Pfizer è stato dedicato uno specchietto di ricerca apposito. E’ proprio il Guardian a ribadire che il 96,42% dei vaccinati con una dose ha sviluppato gli anticorpi dopo 28-34 giorni, percentuale che sale al 99% dopo circa 7-14 giorni dalla seconda dose. Ambedue i vaccini sono iper efficaci sotto questo punto di vista, le differenze sono quasi irrisorie: secondo lo studio la percentuale di anticorpi ha un crescente più veloce per chi ha ricevuto il vaccino Pfizer ma, dopo 4 settimane, il numero di anticorpi è identico a coloro che hanno ricevuto AstraZeneca. 

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Una differenza leggermente più interessante riguarda l’età: gli anziani e le persone con condizioni mediche. Hanno infatti dei livelli di anticorpi più bassi dopo la prima dose, tuttavia il tutto torna nella norma con la seconda somministrazione. I livelli di anticorpo dopo una sola dose sono più bassi anche tra persone che hanno malattie importanti, come il cancro, diabete, malattie cardiache, proprio perché il sistema immunitario è compromesso

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