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Vaiolo delle scimmie, da lunedì 8 agosto le prime vaccinazioni: ecco chi deve farlo e quali regioni a rischio

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Vaiolo delle scimmie primo caso a cuba è un turista italiano

Vaiolo delle scimmie. I primi vaccini per contrastare il vaiolo delle scimmie sono in consegna in alcune Regioni d’Italia proprio in queste ultime ore. A partire da lunedì 8 agosto, dunque, si inizierà con la  somministrazione anche allo Spallanzani di Roma.

Il Ministero della Salute ha di recente pubblicato due circolari che assegnano alle quattro Regioni più colpite le 5.200 dosi oggi esistenti in Italia e che indicano quali persone le potranno ricevere: passo essenziale per l’inizio della campagna di immunizzazione contro la nuova epidemia comparsa a maggio scorso che ha teso una nuova sfida per il nostro sistema sanitario, già fortemente provato dall’emergenza Covid. 

La malattia e le complicanze

“Numeri impressionanti per il vaiolo delle scimmie: 30mila casi nel mondo, che rappresentano solo la punta dell’iceberg di un problema sottostimato. È molto probabile che i casi non diagnosticati siano due, tre volte di più” – è quanto afferma Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, su Facebook.

Il 23 luglio l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato l’epidemia emergenza sanitaria mondiale. Il vaiolo delle scimmie è una malattia poco contagiosa e in genere non grave, ma che sta continuando a registrare numeri preoccupanti in tutte le nazioni. In generale, provoca vescicole e febbre, di solito guarisce da sola. Il 95% dei contagi è avvenuto tramite rapporti sessuali. Il virus si trasmette soprattutto tramite le lesioni della pelle. Il preservativo non le copre necessariamente, per questo non è considerato una barriera.

Finora ha colpito al 98% uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini (Msm: men who have sex with men), ma nulla esclude che possa propagarsi fra altre persone. Di fatto, c’è chi ha definito l’ultima circolare del Ministero assolutamente discriminatoria, in quanto farebbe entrare tra le persone a rischio proprio omosessuali, trans e tutti coloro che appartengono al mondo LGBT. Tuttavia, però, gli specialisti affermano che i numeri sono davvero evidenti e che, a buon diritto, bisogno necessariamente slegare il problema sociale da quello sanitario: “importante, da non sottovalutare – ricorda ancora Bassetti – evitiamo di far diventare un problema sanitario un problema sociale”.

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Le categorie maggiormente a rischio

Poi aggiunge: ”Nessuno stigma nei confronti di omosessuali e bisessuali”, avverte l’infettivologo, “ma sono dati epidemiologici talmente evidenti che il 97% dei contagi riguardi queste persone, dunque non si può che indirizzare a loro una campagna di prevenzione senza stigma e senza omofobia – conclude – ma cercando di agire il più velocemente possibile”.

Il vaccino contro il vaiolo umano dovrebbe essere efficace all’85% anche contro quello delle scimmie (il dato in realtà è estrapolato da studi poco aggiornati e resta da verificare). Molti paesi, dagli Stati Uniti a Gran Bretagna e Francia, hanno già avviato una campagna vaccinale con le poche dosi a disposizione al momento.

La circolare del Ministero

“Tenuto conto dell’attuale scenario epidemico e della limitata disponibilità di dosi – prosegue la circolare del Ministero – le prime categorie alto rischio a cui verrà offerta inizialmente la vaccinazione, come profilassi pre-esposizione, sono individuate tra: personale di laboratorio con possibile esposizione diretta a orthopoxvirus; persone gay, transgender, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (Msm), che rientrano nei seguenti criteri di rischio: storia recente (ultimi 3 mesi) con più partner sessuali; partecipazione a eventi di sesso di gruppo; partecipazione a incontri sessuali in locali/club/cruising/saune; recente infezione sessualmente trasmessa (almeno un episodio nell’ultimo anno); abitudine alla pratica di associare gli atti sessuali al consumo di droghe chimiche (Chemsex)”.

“È una buona circolare” commenta Michele Breveglieri, responsabile della sezione salute di Arcigay. “Siamo soddisfatti del fatto che il Ministero raccomandi il coinvolgimento delle associazioni.

La situazione nella regione Lazio

Al Lazio, che al momento è la seconda Regione per contagi (109), sono destinate 1.200 dosi. L’Istituto per le malattie infettive Spallanzani di Roma si è candidato come centro di riferimento regionale: dunque, come già anticipato, a partire da lunedì 8 agosto si inizierà le somministrazioni. “La Regione Lazio è pronta: i vaccini sono arrivati questo pomeriggio all’Inmi Spallanzani” di Roma. “La somministrazione partirò già lunedì 8 agosto” ha annunciato via social l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato.

I casi in Emilia Romagna sono 62 (la Regione avrà 600 dosi), in Veneto 37 (400 le dosi sono in arrivo già oggi, annuncia l’assessorato alla Salute), in Piemonte e Toscana 21.

Il vaccino

Per quanto riguarda il vaccino da inoculare, si chiama Imvanex in Europa e Jynneos negli Stati Uniti. Non ci sono differenze nella sua composizione, a variare è solo l’autorità regolatoria che lo ha approvato. Esiste al momento un’unica ditta che lo produce, si chiama Bavarian Nordic. La sua capacità produttiva è aumentata dall’inizio dell’epidemia, ma le dosi scarseggeranno ancora per diversi mesi. L’Europa, per tale ragione, per il momento ha ricevuto 110mila dosi di Jynneos dagli Stati Uniti.

 

 

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