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Valeria Fioravanti, la perizia sulla 27enne morta per meningite: “La malattia non fu riconosciuta”

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Valeria Fioravanti

Una perizia scioccante quella in merito alla morte di Valeria Fioravanti. La 27enne è morta a gennaio scorso per una meningite. Ma per i medici di due ospedali di Roma la ragazza aveva mal di testa e mal di schiena. Così le hanno prescritto antidolorifici: mentre il toradol le faceva passare il dolore, la meningite la uccideva.

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La drammatica storia di Valeria Fioravanti

Nel primo ricovero per Valeria Fioravanti, i medici hanno parlato di una cefalea causata da un movimento ‘incongruo’ compiuto mentre si lavava i capelli. Il secondo errore, a sette giorni di distanza, a un altro ospedale: una lombo sciatalgia. Nella perizia richiesta dalla pubblica ministera Eleonora Fini si legge che la malattia non è stata riconosciuta. E non sono stati eseguiti gli esami specifici per tempo nonostante il quadro clinico particolarmente grave. Tre medici rischiano adesso un processo con l’accusa di omicidio colposo. Perché sono stati superficiali nel trattare la paziente. E l’antidolorifico somministrato l’ha di fatto condannata a morte.

La ricostruzione della vicenda

La drammatica vicenda di Valeria Fioravanti inizia il 25 dicembre 2022. La ragazza, insieme ai suoi genitori, si reca in quattro ospedali. La motivazione è un foruncolo infiammato, forse per un pelo incarnito, sotto l’ascella destra. Un medico lo rimuove, le mette due punti di sutura e la rimanda a casa. Ma dopo qualche giorno, Valeria Fioravanti sta male: “Intensa cefalea, non risponde a tachipirina, vertigini da due giorni associate a cervicalgia“, scrivono i medici nella perizia.

E chi visita Valeria Fioravanti, afferma che il mal di testa è causato da un movimento brusco eseguito mentre si lavava i capelli. Le somministra 30 milligrammi di toradol e la terapia per dieci giorni. Il 30 dicembre torna così al policlinico. Le condizioni peggiorano a vista d’occhio. Il 4 gennaio 2023 va in un altro ospedale e dice ai medici di avere dolore in tutto il corpo e in particolare sulla nuca. I due dottori che la visitano optano per una tac lombo sacrale. La diagnosi è di sospetta lombo sciatalgia. Due giorni dopo. la situazione precipita.

Valeria Fioravanti va in un ennesimo ospedale in condizioni critiche e i medici dispongono subito una tac cerebrale. Il responso è impietoso: meningite acuta in fase conclamata. A quel punto arriva il ricovero in terapia intensiva. Il 7 gennaio la ragazza finisce in coma. Subisce un’operazione ma tre giorni dopo muore.

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