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Velletri, protesta dei detenuti in carcere: temono la sospensione dei colloqui con i familiari a causa del Coronavirus

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Dura protesta, nella serata di ieri, 8 marzo, da parte dei detenuti di alcune sezioni del vecchio reparto del carcere di Velletri, che hanno manifestato battendo le inferiate e lanciando del cibo e della carta incendiata in mezzo al corridoio.

A rendere noto e denunciare l’accaduto il Segretario Generale del Si.P.PE. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Carmine Olanda e Alessandro De Pasquale, presidente del sindacato, che da sempre monitorano e denunciano le problematiche degli Istituti Penitenziari.

“Da due giorni assistiamo, con preoccupazione, a crescenti episodi di violenza in diverse carceri del Paese, una situazione che stiamo costantemente monitorando attraverso le nostre strutture regionali sul territorio. La frangia più violenta dei detenuti di alcuni penitenziari – tra i quali Salerno, Poggioreale, Modena, Frosinone, Opera – spalleggiati all’esterno da movimenti di solidarietà costituiti da loro familiari, sta strumentalizzando alcune decisioni assunte dal Governo per fronteggiare l’emergenza “coronavirus” (prese a tutela dei detenuti stessi, dei loro familiari e di chiunque in carcere lavori) per distruggere e rendere inutilizzabili celle e interi Reparti detentivi, anche sollecitando provvedimenti straordinari clemenziali. Auspico che la risposta dello Stato sia ferma in termini penali e disciplinari verso i responsabili delle devastazioni, che non posso prendere a pretesto una vera e propria emergenza nazionale per porre in essere aggressioni e violenze. Mi appello al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte affinchè metta a disposizione del Corpo di Polizia Penitenziaria – con la massima celerità  – personale e mezzi idonei a fronteggiare le costanti e pericolose violenze, considerato che le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria, alcuni da molte ore in servizio, stanno gestendo con grande professionalità l’incandescente situazione. Servono con urgenza fatti concreti, come la sospensione della scellerata vigilanza dinamica disposta dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria che, con le celle aperte, ha consegnato le carceri ai detenuti! Alfonso Bonafede, Ministro della Giustizia, e Francesco Basentini, Capo dell’Amministrazione Penitenziaria, devono essere avvicendati: sono settimane che chiediamo di incontrarli proprio per studiare strategie di contrasto alle crescenti violenze in carcere ma di loro non c’è nessuna traccia”. Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri. Capece ricorda che proprio pochi giorni fa “il SAPPE ed altri Sindacati della Polizia Penitenziaria hanno dichiarato lo stato di agitazione e la sospensione delle relazioni sindacali con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per l’assenza di provvedimenti che contrastino le continue violenze in carcere e le aggressioni alle donne e agli uomini in divisa. Riteniamo che la grave situazione in cui versano le carceri italiane imponga un’inversione di marcia da parte del vertice politico e amministrativo del Ministero della Giustizia e più in generale del governo. Inversione di marcia che a tutt’oggi non c’è stata nonostante le nuove gravi violenze commessa dalla frangia più violenta dei detenuti. Il Ministero della Giustizia e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria poco e nulla hanno fatto per porre soluzione alle troppe problematiche che caratterizzano la quotidianità professionale dei poliziotti penitenziari: ma non si può continuare a tergiversare! Per questo chiediamo di avvicendare il ministro Bonafade alla Giustizia e Basentini dalla guida dell’Amministrazione Penitenziaria, che da settimane chiediamo di incontrare per fronteggiare l’emergenza carceraria. Questa politica penitenziaria è fallimentare su tutti i fronti. Non si perde dunque altro prezioso tempo nel non mettere in atto immediate strategie di contrasto del disagio che vivono gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria è irresponsabile. E per questo scenderemo presto in piazza per denunciare lo stato di abbandono in cui ci troviamo! Ma rinnovo il mio appello al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte di dare uomini e mezzi idonei al Corpo di Polizia Penitenziaria per fronteggiare questa violenza incontrollata che sta caratterizzando diverse carceri italiane in queste ore”.

Questo tentativo di minimizzare un fatto grave preoccupa la Polizia penitenziaria e i cittadini che dal Governo si aspettano sicurezza. Basta! – aggiunge  Olanda – è giunta l’ora che il Ministro della Giustizia ci dica quali compiti deve avere la Polizia Penitenziari alla’ interno degli Istituti, se deve indossare un camice bianco oppure una divisa. Ci vuole una riforme della giustizia che permette di entrare in carcere solo per condanna definitiva – escluso i reati di varia importanza- dando al giudicabile gli obblighi di dimora limitandolo nel suo territorio in attesa di condanna definitiva. Così facendo si risparmierebbero 130,00 euro al giorno a detenuto, oltre al sovraffollamento detenuti. Ci aspettiamo fatti, non semplici sorrisini e promesse mai mantenute”.

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