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Virus Dengue, parla l’esperto dello Spallanzani: “Nella maggior parte dei casi no sintomi gravi”

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L’Italia comincia a fare i conti con la Dengue. La famosa febbre africana sta cominciando a contagiare tante persone, creando non pochi grattacapi ai cittadini e soprattutto gli Enti territoriali che devono gestire il contenimento della malattia. Sulle pagine di Fanpage, è intervenuto il direttore del Reparto di Malattie Infettive ad Alta Intensità di Cura dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”, che parla di una patologia che non riporta gravi sintomi ma è difficile riconoscere. 

L’azione del Dengue in Italia

A parlare del virus africano è il professor Emanuele Nicastri, operativo all’interno dell’Istituto “Lazzaro Spallanzani”. Il medico spiega: “L’80% di questa tipologia di febbri, al momento può non presentare nessun sintomo sui contagiati. Inoltre, la sintomatologia lieve che si potrebbe presentare sulle persone, in diverse occasioni potrebbe essere confusa con altre tipologie di malattie”. 

Il primo contagio a Roma lancia un campanello d’allarme in Italia

Il primo caso di febbre Dengue a Roma, apre un campanello d’allarme in Italia. Il paziente che è risultato positivo alla malattia, secondo il suo tracciamento non ha contratto la malattia all’estero. La persona, infatti, non è mai andata in vacanza, tantomeno poi fuori dai confini italiani. Secondo i medici, il soggetto sarebbe stato contagiato grazie “alla puntura di una zanzara autoctona”

Istituto Lazzaro Spallanzani a Roma
Istituto Lazzaro Spallanzani a Roma

Professor Nicastri: “Conosciamo molto bene il Dengue”

Su Fanpage, il professor Emanuele Nicastri tranquillizza le persone a casa sul Dengue: “Sappiamo che si tratta di un virus conosciuto da tempo, di cui si conoscono molto bene sia meccanismi di infezione che i meccanismi di patogenicità e le varie famiglie di cui fa parte”.

Prosegue: “Il contagio si caratterizza da un’influenza relativamente banale. Se il paziente si reinfetta, ha una seconda infezione, si può sviluppare una malattia più grave, perché gli anticorpi che sono efficaci contro il virus che ha causato la prima infezione possono essere potenzialmente dannosi per una seconda infezione”. 

 

 

 

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