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Yacht arenato a Fregene: il proprietario convocato in Italia per l’interrogatorio

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Yacht arenato a Fregene

Qualche giorno fa, il nostro giornale si era interessato alla vicenda della yacht arenato in modo anomalo sulla spiaggia di Fregene. Sempre sulle nostre pagine, eravamo riusciti a dare lo scoop sull’evoluzione delle indagini, che avevano portato la Guardia di Finanza a individuare, nel giro di poche ore, i proprietari della barca. Come ricorderete, si trattava di persone residenti in Francia, cui oggi gli uomini della Finanza vogliono chiedere cosa sia esattamente accaduto al mezzo nautico per arenarsi sulle spiagge del litorale romano. 

Interrogatorio per il proprietario dello yacht arenato sulla spiaggia di Fregene

Secondo le informazioni che sono arrivate in nostro possesso, il proprietario della barca sarebbe un uomo residente a Parigi. La Guardia di Finanza sarebbe interessata a ricostruire i momenti della deriva in cui si è ritrovato il mezzo nautico, oltre a chiarire che cosa trasportasse lo stesso prima di finire arenato sulla spiaggia di Fregene. Come ricorderete, al primo sopralluogo la barca vedeva utensili e camere completamente sottosopra, in una vicenda che da subito si è dimostrata anomala. 

Rintracciato il proprietario della barca a Parigi

Dopo le indagini effettuate dai finanzieri, il proprietario è risultato essere il signor A.K. L’uomo, dalle informazioni in nostro possesso, è stato rintracciato all’interno del territorio francese. L’uomo, chiamato a un interrogatorio qui in Italia, dovrà rispondere ai militari sullo stato di caos all’interno della sua barca, risultata chiamarsi Carpe Diem. Inoltre, dovrà spiegare il perché abbia abbandonato il proprio yacht in alto mare, peraltro essendo questo un mezzo nautico oggettivamente molto costoso. 

L’uomo risponde alle istituzioni italiane

Il soggetto, come sappiamo, era già stato individuato nelle prime ore della deriva dello stesso yacht, con i finanzieri che avevano scoperto la sua identità dopo il controllo dei documenti a bordo del mezzo. Ci sono voluti però cinque giorni, prima che l’uomo rispondesse alla Guardia di Finanza italiana e soprattutto si mettesse a disposizione per essere interrogato dalle autorità italiane. 

 

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