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Pomezia, l’opposizione chiede modifica del regolamento edilizio: Impianti a rischio a mille metri

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Mille metri di distanza dalle abitazioni (sparse o edifici singoli residenziali o di pubblico servizio) per tutti gli impianti per il trattamento di rifiuti pericolosi e non pericolosi quali discariche, impianti di compostaggio, centrali termoelettriche alimentate da Biogas e/o biomasse, inceneritori e/o assimilabili, e 2000 metri dal limite esterno dei centri abitati. E’ questa la proposta avanzata dai Consiglieri Comunali d’opposizione del Comune di Pomezia che dovrebbe essere discussa in consiglio venerdì prossimo; il documento (di cui vi avevamo già dato notizia) era tuttavia già stato trasmesso agli uffici preposti, paradossalmente lo scorso 27 aprile, ovvero appena 8 giorni prima del disastro che coinvolse la Eco-X. 

Scopo del testo è allora quello di andare a regolamentare le future installazioni ‘a rischio’ sul territorio al fine di proteggere la popolazione ed evitare che quanto accaduto in Via Laurentina lo scorso 5 maggio possa ripetersi. In che modo? Aggiungendo l’articolo 88/bis al Regolamento Edilizio Comunale dato che, sostengono i promotori, il semplice articolo 88 non garantisce il principio di precauzione. Per saperne di più abbiamo contattato telefonicamente il Consigliere Luigi Lupo di Forza Italia, tra i promotori del documento. 

Perché questa integrazione al Regolamento Edilizio Comunale servirebbe al territorio di Pomezia?

“Quello che è successo alla Eco-X è sotto gli occhi di tutti. A Pomezia il polo industriale convive incredibilmente con la realtà residenziale. Ci sono siti che lavorano rifiuti ed imballaggi in misura maggiore rispetto alla Eco-X in mezzo a case, palazzi, chiese e negozi, e che potrebbero provocare danni ben più gravi se scoppiasse un incendio. La nostra proposta è chiara, semplice e funzionale. Ovvio che non è l’unica soluzione, penso ad esempio anche al PRG ma quest’ultimo richiede tempi molto più lunghi, ma tale integrazione avrebbe immediata applicazione e costituirebbe in ogni caso un “disincentivo”: in altri Comuni lo hanno già fatto, perché Pomezia deve essere da meno? 

 

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