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Regina Coeli, detenuti si ribellano e picchiano gli agenti: 5 i feriti

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Carcere di regina coeli dove alcuni detenuti hanno aggredito 5 agenti

Ancora caos a Regine Coeli dove, solo poche settimane fa, un agente è stato aggredito, picchiato e quasi sequestrato da due detenuti. Un’aggressione così violenta da avergli rotto una costola e provocato diverse ferite in tutto il corpo. E purtroppo, non era l’unica. La situazione, nonostante le diverse denunce, non migliora. Anzi, sembra essere totalmente “fuori controllo”. Proprio per questo ieri, un altro episodio violento che ha coinvolto cinque agenti rimasti particolarmente feriti. 

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Regina Coeli, cos’è successo 

Nella serata di ieri, alcuni detenuti, molti già con precedenti violenti, hanno voluto innescare una rivolta. Il motivo in realtà è ‘molto semplice’: non volevano tornare in cella. La situazione di caos, peggiorata nell’arco di pochissimi secondi, è completamente degenerata. Iniziata prima con le urla, poi con le minacce e alla fine con la violenza. Per placare l’ira degli aggressori ci sono voluti cinque agenti i quali, purtroppo, sono rimasti feriti e refertati con una prognosi superiore ai 7 giorni. 

La denuncia: “La sicurezza nel carcere di Regina Coeli è fortemente a rischio”

La denuncia è arrivata dalle organizzazioni sindacali CC. Regina Coeli. Oggi infatti, si era conclusa la prima fase dello Stato di Agitazione di Regine Coeli iniziata il 10 Giugno dopo le aggressioni avvenute nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria. “Durante la manifestazione il Vice Vice Capo del DAP Dr. Carmelo Cantone, recependo le gravi difficoltà nel gestire i detenuti più violenti, ha dato assicurazioni che ci saranno sviluppi prossimamente. Rassicurazione che però nella serata di ieri non è stata di buon auspicio“. 

“Per questi motivi abbiamo informato oltre che l’Amministrazione penitenziaria anche il Prefetto di Roma perché il rischio dell’ordine e sicurezza del carcere di Regina Coeli è fortemente a rischio! 

Le organizzazioni sindacali “rimangono quindi in stato di agitazione, con la prospettiva che si trovi una soluzione urgente da parte del Ministero, auspicando che nel frattempo che non succedano ulteriori aggressioni”. 

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