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Roma, autodemolitori di Centocelle: tra le aree ‘papabili’ per il trasferimento spunta quella di Santa Palomba

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Non c’è da stare tranquilli a Santa Palomba. A far discutere stavolta è il piano di trasferimento degli autodemolitori di Centocelle. Santa Palomba potrebbe infatti rientrare tra quelle aree ritenute idonee dall’amministrazione capitolina per attuare un piano che è fermo da decenni.

Di cosa parliamo. Nonostante le promesse mai realizzate di bonifica, nel quadrante di Centocelle insistono oltre 120 ettari a verde pubblico in balia di roghi tossici, autodemolitori, falde inquinate, rifiuti interrati e suoli contaminati malgrado vincoli paesaggistici. Lo gridano i comitati locali che chiedono risposte oggi rivolte all’amministrazione 5 stelle. «Stiamo facendo un lavoro mai fatto prima», sostengono i pentastellati. Ma nel frattempo della risoluzione del problema nemmeno l’ombra.

Il capitolo più importante riguarda poi proprio gli autodemolitori il cui lavoro procede a singhiozzo proprio a causa della matassa burocratica creatasi. Lì non ci potrebbero stare, ma ci stanno e “devono” pur lavorare per non interrompere il lavoro di smaltimento delle vecchie auto nelle more del trasferimento. Lo sostiene la Regione Lazio, che aveva emesso un provvedimento per ripristinare le concessioni provvisorie, non lo vorrebbe il Comune che invece proprio alle proroghe aveva deciso di porre uno stop. Ma il punto vero è un altro: dove spostarli?

Autodemolitori di Centocelle a Santa Palomba: lo ammette anche la Sindaca di Roma Virginia Raggi

«Virginia Raggi, Sindaco di Roma, rivela questa idea senza specificare né modi né tempi di questo trasferimento. Quello che però non emerge nelle dichiarazioni della Sindaca è che questa scellerata idea risale a molto tempo fa. Sono anni che Santa Palomba viene indicata dai rumors come possibile luogo di trasferimento degli autodemolitori». A parlare in questo caso è Latium Vetus, associazione che difende a spada tratta il territorio di Pomezia. E che nei pressi di quella zona ha condotto una delle battaglie più importanti degli ultimi anni: quella del vincolo MiBac.

Le alternative. Nell’accordo di programma degli anni ’90 si parlava di quattordici zone, poi tagliate a 5 per tutta una serie di problematiche nel tempo. L’ultimo atto in tal senso è del 2014, giunta Marino, che individuava alcune aree, tra cui proprio quella di Santa Palomba per il trasferimento. «L’idea della politica romana, a conti fatti, è di utilizzare le zone periferiche di Roma Capitale come superficie da convertire da agricola ad edilizia popolare accanto a impianti industriali per la lavorazione dei rifiuti e autodemolitori. Le aree ubicate tra Albano e Pomezia verranno private di ciò che hanno di bello – la loro natura agraria – per scaricare su di essi problemi sociali ed ambientali». In altre parole, si decentrerebbe il problema, nulla di più, secondo Latium Vetus. 

 

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