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Bonus Renzi in busta paga? A chi spetta e come arriva

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Come viene erogato il bonus Renzi nel 2023? Le regole del trattamento integrativo sono cambiate l’anno scorso, quando la legge di Bilancio ha stabilito il passaggio a un’Irpef a quattro aliquote e scaglioni. La nuova imposta sul reddito delle persone fisiche ha comportato un adeguamento dei bonus e delle detrazioni, e quindi anche del trattamento integrativo.

Cosa dobbiamo sapere sul bonus Renzi

Nel 2023 non cambia l’impianto generale del bonus Renzi, quindi non si deve fare domanda: il trattamento integrativo viene erogato direttamente in busta paga. Il contributo arriva fino a 100 euro, e viene anticipato dal datore di lavoro in busta paga oppure viene erogato dall’Inps. Anche chi percepisce la Naspi non deve fare domanda per il bonus Renzi: è l’Inps a calcolare il reddito presunto, in base alle sole prestazioni erogate dall’Istituto previdenziale. Il lavoratore può anche recuperare il bonus spettante facendo la dichiarazione dei redditi.

Il bonus, ricorda Money.it, viene percepito in busta paga dai lavoratori dipendenti con redditi compresi tra i 8.174 e i 15mila euro. Chi ha redditi tra i 15 e i 28mila euro, invece, ha diritto al bonus Renzi solo se la somma delle detrazioni per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2022 è di ammontare superiore all’imposta lorda. Il cosiddetto trattamento integrativo sui redditi da lavoro dipendente e assimilati è una somma riconosciuta con cadenza annuale ai lavoratori dipendenti. 

Dal 2020 ha sostituito quello che era conosciuto come il “bonus Renzi”. Dal 1° luglio 2020, inoltre, il bonus Irpef destinato ai lavoratori dipendenti può arrivare a un massimo di 120 euro al mese, fino a un massimo di 1.200 euro annui, in base alla fascia di reddito del beneficiario. Tuttavia, a differenza dell’ex bonus fiscale Renzi, il trattamento integrativo è esteso a diverse categorie di cittadini, come lavoratori atipici e disoccupati, cassintegrati, borsisti e stagisti. È una misura che viene anticipata direttamente dal datore di lavoro in busta paga, o erogata dall’Inps. Il lavoratore può anche recuperare la cifra in occasione della dichiarazione dei redditi, chiedendo un rimborso da parte dell’Agenzia delle entrate.

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