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Nuovo bonus disoccupati, quanto spetta a chi è senza lavoro? L’indennità mensile

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Nuovo bonus disoccupati

Disoccupazione, cosa cambia nel 2024? Vediamo tutte le novità in merito alle indennità corrisposte a chi resta senza lavoro. L’importo.

Soldi indennità disoccupazioni
Disoccupazione: quali indennità sono previste nel 2024? (ilcorrieredellacitta.com)

Restare senza impiego è forse la criticità maggiore che può colpire una famiglia. Se a questo si aggiunge l’età avanzata del lavoratore, che rende più complesso il re-inserimento nel mondo del lavoro, la situazione economica può essere davvero difficile da gestire. Lo Stato, in queste circostanze, prevede tuttavia una serie di ammortizzatori sociali com’è noto, su tutte l’indennità di disoccupazione (novità in tal senso anche sul fronte del nuovo reddito di inclusione). Anche per il 2024 non mancheranno poi altri pacchetti di aiuti, cosiddetti bonus, e le agevolazioni per chi perde il lavoro: vediamo per chi e in quali casi specifici.

Sono disoccupato: a quali bonus posso accedere?

L’elenco è abbastanza nutrito e va fatta una distinzione innanzitutto sulla base della tipologia del lavoro precedentemente svolto. Ad ogni modo, al livello generale e in base alla propria situazione, questi sono i principali provvedimenti di sostegno al reddito, che vedremo poi nel dettaglio: 

  • Disoccupazione NASPI
  • Disoccupazione Dis-Coll
  • Assegno di Inclusione
  • Sostegno al reddito SAR
  • Disoccupazione agricola
  • Supporto formazione lavoro

Indennità di disoccupazione: requisiti, a chi spetta, importi

Tra quelli appena elencati sicuramente il primo piano lo prendono i contributi di disoccupazioni, diversi sulla base dell’attività lavorativa svolta. Ad ogni categoria corrisponde infatti uno specifico provvedimento. L’importo mensile, a seconda della tipologia, può variare sulla base dello stipendio/retribuzione percepita e dal numero di settimane/contributi versati. La durata di questi ammortizzatori sociali è generalmente fino a due anni.

NASPI

Innanzitutto c’è NASPI, ovvero la classica disoccupazione, come viene communente chiamata, che spetta ai lavoratori dipendenti rimasti senza lavoro che abbiano maturato almeno 13 settimane contributive negli ultimi 4 anni. Viene riconosciuta nella misura del 75% dello stipendio medio percepito nel periodo di riferimento fino ad un massimo di 1.425,21 euro. Ha una durata massima di due anni. 

DIS-COLL

Dopodiché c’è l’indennità di disoccupazione Dis-Coll, riservata ai collaboratori coordinati e continuativi. In questo caso il contributo scatta in caso di cessazione di uno o più rapporti di lavoro a patto che sia stato maturato almeno 1 mese di contribuzione nella Gestione Separata Inps. La base per il calcolo non sono in questo caso gli emolumenti percepiti bensì il reddito imponibile ai fini previdenziali. 

Reddito SAR e disoccupazione agricola

Infine le altre due tipologie, il sostegno al reddito SAR e la disoccupazione agricola. La prima spetta a chi ha perso il lavoro dopo aver firmato contratti di somministrazione sulla base di una serie di requisiti (110 giorni di prestazioni maturate e almeno 45 di disoccupazione, oppure 45 giorni di disoccupazione ma l’aver completato la procedura di Mancanza di Occasioni di lavoro). Il bonus in questo caso varia da 780 euro (almeno 90 giorni di lavoro maturati nell’ultimo anno e sempre 24 di disoccupazione) a 1.000 euro per le prime condizioni citate. 

Soldi indennità disoccupazioni
NASPI e non solo, tutte le misure per i disoccupati – (ilcorrieredellacitta.com)

La seconda, intuitivamente, spetta agli ex impiegati del settore agricolo. L’indennità spetta in questo caso per un massimo di 365 giornate lavorate. Questi i requisiti: 

  • Due anni di anzianità nell’assicurazione contro la disoccupazione involontaria
  • Iscrizione negli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli dipendenti
  • 102 contributi giornalieri negli ultimi due anni 

L’importo arriva al 40% della retribuzione di riferimento. 

Assegno di inclusione

Completa questa breve panoramica l’Assegno di Inclusione, misura che dal 1 gennaio scorso ha sostituito il “vecchio” reddito di cittadinanza. L’importo minimo in questo caso, in presenza dei requisiti di legge (più stringenti rispetto al RDC), non può mai essere inferiore a 480 euro mensili. Sul nostro sito, www.ilcorrieredellacitta.com, potete trovare tutte le informazioni in merito nella sezione dedicata.

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