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Maxi vincolo paesaggistico per Torvaianica: opportunità o “rovina” per il litorale? Il caso

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Una delle aree sottoposte a vincolo a Torvaianica

Una località turistica che, però, rispetto ai competitor vicini come Anzio, Nettuno, Ostia e Fregene oppure più lontani, come Terracina o Capalbio, tanto per fare degli esempi, non offre particolari attrattive. Questa è la Torvaianica attuale, con poche – se non addirittura nulle – prospettive per il futuro. Gli ultimi anni la cittadina è riuscita a sopravvivere grazie al Covid, che ha “costretto” a non allontanarsi e a fare le vacanze a poca distanza dalla Capitale, riversandosi quindi anche a Torvaianica. Ma già la scorsa estate, rispetto al 2020, l’effetto virus era scomparso e, nonostante fosse sopraggiunta la crisi economica dovuta alla guerra, che ha impedito a molti di partire per mete lontane, il pienone si è visto solo con i turisti mordi e fuggi. Questo di certo non ha portato lavoro o ricchezza per il territorio. Ma cosa si può pretendere, se l’offerta è scarsa? Niente eventi di richiamo, niente attrattive, nessun lungomare degno di questo nome, visto che il mare neanche si vede se non per un breve tratto nella passeggiata pedonale al centro. Niente servizi efficienti: collegamenti con la Capitale scarsi e mal funzionanti (per arrivare a Roma centro si impiegano anche due ore), strade spesso senza marciapiedi, niente luoghi di ritrovo per giovani, un’unica vera piazza, quella centrale. È una fotografia forse spietata, ma reale. Che poteva essere ancora buona venti o trenta anni fa, ma non adesso, con offerte turistiche competitive che arrivano da ogni parte e che spingono ad andare verso luoghi diversi. Senza contare che un luogo accogliente, con servizi efficienti, sarebbe più vivibile in primis dai cittadini residenti tutto l’anno.

Cos’è il vincolo naturale che si vuole applicare su Torvaianica

Ma adesso una nuova polemica di abbatte su Torvaianica. Ed è legata all’iter della Regione, partito qualche settimana fa, di vincolare 800 ettari di terreno come Monumento Naturale, su richiesta del Comune. Un’area che va da Campo Ascolano a via Zara. Una decisione che congelerebbe questi terreni, senza più la possibilità non solo di costruirvi sopra palazzi o speculazioni immobiliari – e questa sarebbe una bella notizia – ma anche di crearvi servizi. Ma facciamo un passo indietro e spieghiamo cosa è successo.

La decisione del Consiglio Comunale

Nel corso del consiglio comunale del 30 giugno 2021, la maggioranza 5 Stelle, appoggiata dal consigliere Stefano Mengozzi del Pd (i 4 presenti del centrodestra in quell’occasione preferirono astenersi, alla ‘Ponzio Pilato’), votò per l’istituzione delle due aree protette denominate “Geositi cava Tacconi e laghetti di Pratica di Mare” e “Dune e Bosco del Pigneto e Bacini di Campo Selva” quali Monumenti Naturali a tutela e valorizzazione della biodiversità costiera e della geodiversità di Pomezia. La delibera venne trasmessa al Presidente della Regione, Zingaretti, affinché venissero adottati tutti gli atti propedeutici e necessari per l’attuazione. Le zone discusse erano quelle individuate come “Geosito 38”, dove si trovano le “argille plioceniche nella cava di Pratica di Mare” e il “Geosito 39”, con le “sabbie e argille plio pleistoceniche della Cava Tacconi”. Erano poi stati individuati due ambienti costieri, le dune e bosco del Pigneto (Campo Ascolano) e del ‘Tumuleto della Palazzina’, oltre ai Bacini di Campo Selva, una vasta piana retrodunale che nel 1600 ospitava un esteso lago costiero.

Laghetti cava tacconi

Quale futuro per Torvaianica

Scordiamoci dell’utopica metro leggera di cui si parla da decenni, che dovrebbe collegare Ostia al centro di Torvaianica, ma anche di parcheggi o di una nuova scuola a Campo Ascolano, così come di eventuali strutture ricettive – al momento carenti – che possano accogliere turisti. E scordiamoci pure i turisti: perché chi potrebbe venire, se non i romani “mordi e fuggi”, in un posto che non offre nulla se non il mare a un tiro di schioppo dalla Capitale? Eppure Torvaianica ha due parchi, Zoomarine e Cinecittà World, uno all’interno del paese, l’altro a pochi chilometri. Ha un sito archeologico (abbandonato). Ha le dune (trascurate e rovinate). Ha 9 chilometri di spiagge bellissime, anche se non degnamente valorizzate. La Regione Lazio, il 23 settembre, ha avviato il procedimento per l’istituzione del Monumento Naturale “Sistema di aree naturali costituito dalla Cava Tacconi, dai Laghetti di Pratica di Mare e dalle Dune del Pigneto e di Campo di Selva”. Fino al 22 ottobre c’è stato tempo per presentare memorie scritte e/o documenti in merito al
provvedimento che, teoricamente, rappresenta un’iniziativa bellissima. Chi non vorrebbe salvaguardare l’ambiente? Ma il perimetro scelto per la tutela è davvero quello corretto per le esigenze della città e dell’ambiente stesso? Ne abbiamo parlato con tre persone diverse, ascoltando tre diverse posizioni. Sta a voi lettori farvi un’idea di quello che sta accadendo.

Le interviste: il fronte del sì, del no, e delle ‘modifiche’

In merito al provvedimento avviato dalla Regione Lazio per vincolare quattro macroaree all’interno del Comune di Pomezia abbiamo intervistato l’ex Consigliere Raimondo Piselli e Giacomo Castro, Presidente dell’Associazione Latium Vetus. Poi abbiamo interpellato anche Paolo Fiorentini, Presidente del CdQ di Campo Ascolano.

Il no. Raimondo Piselli: “Hanno ucciso Torvaianica”

“Il vincolo riguarda 4 macroaree. La prima è quella di Pratica: giusto tutelare la zona intorno al Castello, così come i boschi. Ma allargarsi ai terreni agricoli sarebbe da valutare bene se ha davvero senso. Comunque è sicuramente una cosa buona”. A parlare è l’ex consigliere Raimondo Piselli, contrario alla delibera così come è stata approvata e all’istituzione del Monumento Naturale in tutta l’area proposta.

“Sicuramente ottimo il vincolo sulle dune di Campo Ascolano, nessuno può essere contrario, così come a quello che verrà posto sui laghetti nell’ex cava Tacconi. Su questo siamo tutti d’accordo. Anzi, vanno circondati con un’ampia area verde in modo da proteggerli. Il problema si pone quando viene posto il vincolo su terreni agricoli che non hanno valore né archeologico né ambientale, culturale o geologico. Ma da lì si arriva a coprire anche tutta la parte che va da Campo Ascolano al centro di Torvaianica, nell’entroterra, dove ci sono soprattutto terreni e aziende agricole. Questo significa che se un domani si vorranno mettere uno stand, un giardinetto pubblico o una scuola, non si potrà fare. E se gli agricoltori volessero mettere dei capannoni per mettere il fotovoltaico, sarebbero comunque bloccati: dovrebbero seguire un iter complicato in Regione per poterlo installare”.

“Gran parte dell’area che vogliono sottoporre a vincolo – prosegue Piselli – non ha nemmeno un albero: ci vuole coraggio a definirla parco. E non ha neanche rilievo archeologico. Mi chiedo come mai non sia stata richiesta la tutela per l’area archeologica di via Siviglia, che versa in stato di completo abbandono, mentre invece lo si sia fatto per un tratto che potrebbe essere valorizzato in modo da far crescere il territorio e offrire opportunità lavorative per i cittadini. In questo modo, invece, non potrà esserci nessun tipo di espansione turistico-ricettiva, né di servizi, né abitativa”.

A distanza di poco più di un anno, la Regione ha avviato l’iter per l’istituzione per l’istituzione di un monumento naturale in tutta l’area, che – di fatto – non potrà più essere “toccata”. Bellissimo. Peccato che, in quest’area, ci siano punti in cui, come da piano regolatore, fossero previsti dei servizi per i cittadini, come parcheggi a Campo Ascolano. O che si fosse, più volte, parlato di nuove scuole, visto l’aumento della popolazione. E che dire della possibilità di una perequazione per liberare tratti di lungomare e liberare la vista? È stata proprio la giunta pentastellata a riprendere il discorso lanciato in precedenza da De Fusco: offrire la possibilità di lasciare le abitazioni lato mare in cambio di una cubatura doppia nell’entroterra. Ma dove, se alle spalle delle attuali abitazioni di Torvaianica si mette il vincolo? Di certo nessun cittadino accetterebbe il cambio dovendosi spostare troppo lontano, per esempio nelle campagne di Pomezia. “Hanno ucciso Torvaianica – rincara Piselli – per tutelare il nulla. Terreni agricoli o abbandonati, dove non ci sono assolutamente piante da preservare con vincoli. Tant’è che sono furiosi pure gli agricoltori, per come è stato fatto”.

I favorevoli… contrari, il fronte del ‘sì ma con modifiche’. Parla Giacomo Castro (Latium Vetus)

Se a parlare finora è stato un esponente del “no”, adesso ascoltiamo chi invece ha spinto verso la tutela dell’ambiente e, addirittura, è all’origine della delibera che ha portato all’iter regionale, ovvero l’Associazione Latium Vetus. Proprio nei giorni scorsi l’associazione, dopo aver saputo dell’avvio del procedimento, ha commentato dicendo che quanto fatto non è quello che era stato chiesto. 

“Il procedimento ha preso avvio in seguito alla richiesta presentata da Associazione Latium Vetus APS il 10 febbraio 2021 – fanno sapere – ma qualcosa non torna. Infatti, la perimetrazione dell’area protetta non è quella proposta dall’associazione, ma è andata a includere altre aree, andando invece a escludere proprio quelle aree agricole tuttora inedificate attaccate al geosito – ovvero interessate da un notevole grado di valenza ambientale – che per effetto del piano urbanistico approvato dal Comune saranno trasformate – e quindi mutate (degradate?) dalla colata di cemento della futura lottizzazione”. Latium Vetus si chiede: “Come è possibile che la Regione Lazio, facendo seguito alla richiesta di un’associazione, decida di tutelare un’area naturale, vanificando però fin da subito il senso stesso della tutela, ovvero escludendo l’area contermine che sarà tramutata a palazzoni ed edilizia popolare?”.Per spiegare meglio la posizione dell’associazione abbiamo parlato con il suo presidente, Giacomo Castro.

Torvaianica, a seguito della delibera comunale, si ritrova “bloccata” da Campo Ascolano al centro. È quello che volevate?

“Assolutamente no. La nostra reazione è infatti stata di profonda perplessità. Di certo non era nostra intenzione far vincolare 800 ettari, dove non potranno essere neanche messi servizi come parcheggi, asili, scuole, luoghi di culto o ritrovi per bambini o anziani. Senza contare che, di contro, l’area che avevamo chiesto di tutelare, un geosito, è l’unica che non è stata tutelata appieno. Intatti il rischio per quell’area è altissimo, visto che a ridosso dei laghetti si andrà a costruire un quartiere intero in mezzo al nulla, con palazzoni che ‘romperanno’ l’impatto visivo. E inoltre chi vi andrà ad abitare avrà sicuramente un impatto negativo con l’ambiente circostante”.

Invece a Torvaianica, località di mare e teoricamente a vocazione turistica, non si potrà costruire nulla, né tantomeno – appunto – mettere servizi nelle zone interessate alla salvaguardia. Come potrebbe crescere la cittadina, in questo modo?

“Per quanto attiene Torvaianica e Campo Ascolano, quartiere completamente circondato da questo provvedimento, ricordo a tutti che i servizi essenziali che non sono ancora presenti nella zona a causa di un vincolo paesaggistico già presente dovevano essere fatte nelle aree limitrofe, circonvicine. Ma se adesso queste aree vengono vincolate dal Monumento Naturale, i servizi non potranno essere più fatti e a rimetterci saranno i cittadini. Per tutelare cosa? Va benissimo tutelare le dune e la macchia mediterranea. Va benissimo tutelare quanto da noi ambientalisti segnalato. Ma tutelare terreni secchi e abbandonati da decenni, dove non c’è assolutamente nulla, è assurdo. A mio avviso questo provvedimento è molto rischioso. Quello che deve guidare le azioni dell’amministrazione è l’interesse pubblico. Sarebbe opportuno che questo monumento venga adattato alle reali esigenze di Campo Ascolano e Torvaianica”.

Sono state tutelate anche zone non di pregio?

“Sì, mentre si sono ‘salvate’ due lottizzazioni, tra cui proprio la ex Tacconi, ovvero quella accanto ai laghetti da tutelare. Credo quindi sia opportuno capire cosa vada difeso per l’ambiente. Non si deve fare un discorso indistinto e non si possono trascurare i servizi per il quartiere, laddove non ci siano effettivamente aree di pregio. La delibera fatta dal consiglio comunale ha stravolto quanto da noi richiesto. Per questo motivo entro il 23 ottobre presenteremo le osservazioni alla proposta regionale con le quali ci prefiggiamo di correggere l’iniziativa di tutela in modo da salvaguardare davvero – e non a chiacchiere – il territorio di pregio di queste zone. Pur essendo io assolutamente per la tutela, non sono di certo favorevole alla tutela dell’erba secca. Ci sono persone che da 40 anni aspettano i servizi, anche quelli essenziali”.

Pensa che così si condanni a morte Torvaianica?

“Di certo non la si aiuta. Per essere valorizzata ha bisogno di opere e investimenti. Opere pubbliche come parcheggi, parchi con spazi dove fare sport e portare i bambini in tranquillità, scuole e luoghi di aggregazione. Ovviamente lato mare non si possono costruire. A mio avviso serve un’area booster tra l’edificato esistente e la campagna, dove realizzare tutti questi servizi. Se si passa dalla palazzina al monumento naturale, dove non si può più fare nulla, secondo me non è positivo. Si blocca tutto”.

Il fronte del sì. Paolo Fiorentini (CDQ Campo Ascolano): “Sono assolutamente favorevole”

Favorevole, contrariamente ai pareri espressi dai primi due intervistati, Paolo Fiorentini, presidente del Comitato di Quartiere Campo Ascolano.

“È un provvedimento assolutamente giusto, perché impedisce di costruire in quello che è rimasto della nostra macchia mediterranea. Lascia comunque degli spazi lungo via Pola, via Casablanca e via Zara per un’eventuale perequazione. Anche dando il doppio della cubatura, si rientrerebbe con gli spazi delle case delle prime file rispetto al mare”.

Ma non si potrebbe creare un’area di decantazione dalle case verso la campagna, magari creando un parco o mettendo dei servizi utili, come parcheggi o scuole, in zone che ne sono sprovvisti come il suo quartiere, Campo Ascolano.

“Di sicuro quello non sarebbe un posto ideale per fare le scuole, visto che c’è l’aeroporto vicino. Io personalmente non manderei mai mia figlia in una scuola a ridosso di un aeroporto, con il rischio che – per una manovra sbagliata – un aereo le crolli addosso. L’aeroporto sta lì dal 1937. Non è lui che deve spostarsi. Non si doveva costruire. Le scuole, nelle zone dove servono, vanno fatte altrove. Anche perché nella campagna andrebbe portata l’acqua, la corrente, le tubature per le fogne. Invece nel quartiere le opere di urbanizzazione già ci sono. Il Monumento Naturale consente di andarci a correre, a piedi o in bicicletta, non c’è bisogno di fare un parco con gli attrezzi. Io già adesso vado a farci rigeneranti passeggiate in mountain bike”.

Viene contestato anche il fatto che i contadini non potranno mettere i pannelli fotovoltaici.

“Non possono metterli già adesso, è l’Aeronautica che non glielo permette, perché mettono a rischio il volo degli aerei”.

Secondo lei tutta l’area che verrà vincolata è di pregio?

“Sì, quello è tutto agro romano. Magari mettendo il vincolo sarà finalmente valorizzato. È una campagna romana, con le sue ciclicità: ha anche zone aride, ma ci sono anche i momenti in cui fiorisce. Sono comunque bei posti in cui andare. Andando poi verso Campo Ascolano la vegetazione cambia, si trovano le dune. C’è il Tumuleto della Palazzina, dove si trova la macchia mediterranea. Non vedo per quale motivo non debba essere vincolato. Anzi: ci sono anche tanti siti archeologici non ancora scavati. A parte Sol Indiges, ci sono due ville che sono state ricoperte in via Rumenia. Tutta quella zona è piena di reperti”.

Ci sono altri motivi per cui andrebbe tutelata?

“Sì: meno viene impermeabilizzata, meglio è. Da qualche parte l’acqua deve drenare, per rimpinguare le falde acquifere. Se si impermeabilizza costruendo, questo non avviene in maniera corretta”.

Cos’era la Torre del Vajanico, dove si trovava (e soprattutto perché oggi non c’è più). La storia

 

 

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