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Bimba cade dal quinto piano, l’incontro con l’eroe che l’ha presa al volo salvandole la vita

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Oggi l'incontro tra Mattia Aguzzi e la bimba di cinque anni che ha salvato dalla caduta dal quinto piano a Torino.

È il momento del giusto incontro con la bimba di quasi cinque anni che, chi scrive ne è certo, non si dimenticherà mai di lui. Mattia Aguzzi, l’eroe dal profilo basso che il 26 agosto scorso ha salvato la vita alla piccola, ha rivisto la bambina e la sua famiglia. Un incontro breve “per non disturbare“, dice, in perfetto stile piemontese. Imbarazzato per le attenzioni che i media gli stanno rivolgendo, si è però lasciato andare in un lungo abbraccio con la mamma, che non ha mai smesso di ringraziarlo con le lacrime agli occhi. Un gioco del destino, forse, a cui lui dice di non credere. Ma se l’impiegato di banca non fosse mai passato sotto al condominio di via Nizza a Torino, forse oggi questa giovane vita non ci sarebbe più.

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“Per fortuna non può ancora capire il pericolo che ha corso”

Queste le frasi di Mattia Aguzzi, intrise di umiltà rivolte a Repubblica. Lui che ha praticamente preso al volo la bambina dopo un volo di 15 metri, a seguito della caduta dal quinto piano del palazzo. Così la rincontrata in ospedale, dopo l’episodio che le ha letteralmente dato una seconda possibilità nella vita. Il suo angelo custode l’ha abbracciata presso il nosocomio torinese, l’ospedale infantile Regina Margherita, anche se capirà fra qualche anno chi è Mattia. Qui la piccola dovrà rimanere ancora qualche giorno per ulteriori accertamenti precauzionali, nonostante il dottor Fabrizio Gennari abbia già fatto sapere che non ha riportato alcuna conseguenza evidente. Il corpo di Mattia, che ha attutito la caduta, le ha risparmiato anche i graffi.

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“Forse ho chiuso gli occhi. Sperando solo di riuscire a prenderla”

Già. Perché, come lui stesso ha specificato, in quelle situazioni ti comporti in maniera naturale. Spontanea. Speri solo di riuscire a fare la cosa giusta, ed è quello che ha fatto il 37enne dai riflessi fenomenali. “Ho provato a immaginare il punto dove sarebbe potuta cadere e mi sono piazzato lì: nella mia mente ho scolpita l’immagine della piccola con le braccia in alto che tenta di aggrapparsi. Ma poi il peso l’ha trascinata giù“. Doveva fare quel che si doveva fare, ha detto in sostanza. E ci è riuscito. Peraltro, nonostante le medaglie da supereroe affibbiategli da chiunque abbia appreso la vicenda, lui rimane ciò che è. Un ragazzo semplice, buono, umile ed è per questo che si rimane ancora più spiazzati. Perché la vita è semplice. Perché ciò che conta davvero è che stiano tutti bene. “Ed è questa la cosa più importante, mi creda“, ha detto tante volte.

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