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Il fenomeno degli Hikikomori in Italia: la storia di Angelo

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Il fenomeno degli Hikikomori in Italia: la storia di Angelo, da un rimprovero scolastico all'isolamento più nero

A distanza di anni da un episodio traumatico che lo ha profondamente segnato Angelo ha deciso di raccontare la sua vicenda. La sua storia permette di avere una panoramica di un fenomeno, quello degli Hikikomori, purtroppo ad oggi sottovalutato o addirittura incompreso, soprattutto nel nostro paese.

Il rimprovero dell’insegnante: “la scuola non è il tuo posto” 

Angelo si isolò volontariamente in seguito ad un rimprovero subito dal suo insegnante di Arte durante le prime settimane di scuola. La professoressa sgridò l’alunno in seguito ad un’interrogazione piuttosto deludente, urlando: “É chiaro che tu non abbia voglia di studiare, la scuola non è il tuo posto“. Queste parole mortificarono Angelo che da quel momento decise di smettere di frequentare la prima media e di isolarsi dal mondo esterno. L’umiliazione provata si è rapidamente trasformata in vergogna, ansia di apparire al prossimo. Il ragazzo oggi 22enne ha deciso di raccontare la sua storia e le motivazioni che lo spinsero a vivere in una condizione di netto distacco dalla società e dal mondo esterno. Angelo ha vissuto 3 anni della sua vita( dai 10 ai 12 anni) da solo, senza riuscire ad interfacciarsi con nessuno se non attraverso giochi online, uno schermo che lo ha fatto sentire protetto dal contatto con il mondo. Il mondo virtuale ha avuto per lui una funzione di filtro, una realtà alternativa in cui avere rapporti sociali più controllabili e soprattutto calibrati solo ed esclusivamente sulla sua persona.

L’assistenza necessaria 

Nei suoi anni di isolamento non sono mancate le figure di assistenza. Infatti furono necessari un educatore dedicato, una psicologa e un neuropsichiatra per analizzare il suo trauma e la sua effettiva fobia per il mondo esterno. Nel corso del tempo e grazie alla terapia è riuscito a recuperare gli anni scolastici persi, prima diplomandosi e poi iscrivendosi all’ università che frequenta ancora oggi. Angelo aggiunge: “Ho sempre apprezzato la compagnia, ma il buio di quegli anni mi soffocava“. La sua storia dimostra che con il supporto adeguato anche la condizione più cupa degli Hikikomori può essere affrontata e sviscerata. 

Il fenomeno sottovalutato: gli Hikikomori 

Hikimori è un termine giapponese che significa letteralmente “stare in disparte”. Questa parola viene utilizzata per rappresentare uno status nel quale alcune persone si riconoscono caratterizzato da isolamento volontario. Questo fenomeno è stato studiato e scandagliato in Giappone con diverse ricerche atte a quantificare il numero di Hikikomori nel paese. Il governo giapponese pubblica il primo studio nel 2013 in cui si definirono i criteri per stabilire chi rientra tra gli Hikikomori: 

  • nessuna attività formativa o lavorativa in corso;
  • assenza di relazioni amicali;
  • nessuna psicopatologia in grado di giustificare l’isolamento;
  • isolamento continuativo per almeno 6 mesi.

Nell’ ultimo decennio molte sono le ricerche effettuate per capire le reali cause della volontà così ferrea di isolarsi da parte degli Hikikomori. Nel 2015 sono stati svolti dei rilievi sulla popolazione under40 in cui sono stati quantificati 514mila casi. Nel 2017 invece si svolsero degli studi sulla popolazione over40 in cui gli Hikikomori risultarono 613mila. Evidenziando quindi più casi tra gli over40 che tra i più giovani.  Queste stime basate sui criteri pubblicati nel 2013 potrebbero non essere veritiere. Si rischia di non cogliere la reale natura del fenomeno. Molti individui soprattutto tra gli over40 non vivono uno stato di isolamento cronico come gli Hikikomori ma piuttosto dettato da circostanze di vita come perdita del lavoro, infermità e anzianità. 

Gli Hikikomori in Italia 

Di recente due importanti organi di ricerca nazionali hanno provato a mappare il fenomeno all’interno della popolazione studentesca in Italia. Uno studio del CNR e il lavoro dell’ISS. In particolare il CNR ha rilevato circa 50mila hikikomori nella fascia di popolazione tra i 15 e i 19 anni, mentre l’ISS ne ha identificati circa 65 mila tra gli 11 e i 17 anni. In Italia quindi si è scelto di concentrare la ricerca sulla fascia giovanile della popolazione, evitando di analizzare il fenomeno per gli over40 come fatto in Giappone. 
Se in Italia ci sono tra i 50mila e i 100mila hikikomori solo tra gli studenti, significa che i casi di isolamento sociale volontario nella penisola potrebbero raggiungere picchi molto elevati.

Cosa resta della pandemia da Covid-19

Il ruolo della pandemia di Covid-19

I numeri di Hikikomori sono in aumento rispetto alle rilevazioni precedenti al 2020 e la causa sembra essere soprattutto legata al Covid-19. Circa un quinto dei partecipanti al sondaggio ha infatti dichiarato che il proprio isolamento è stato determinato da alterazioni nello stile di vita riconducibili direttamente o indirettamente alla pandemia. L’aumento dei casi sarebbe riscontrabile anche in Italia con un incremento previsto del 20%. 

 

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