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Chiedono di spostarsi in una sala oscurata perché il figlio è disabile: la denuncia choc di una madre di Nettuno

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san martino di castrozza, la denuncia choc di una madre
Il racconto che mai avremmo voluto sentire. Per noi, in Italia, che ci vantiamo di essere una società aperta, liberale, accogliente e con un certo senso civico. E, invece, arriva una testimonianza che fa rabbrividire. Difficile a credersi, data la gravità del fatto. Ecco cosa è successo ad un ragazzo cieco, che non parla, e che ha dovuto anche subire un pesante atto di discriminazione. La denuncia parte da una madre di Nettuno. 
 

La discriminazione in un hotel del Trentino

La madre del ragazzo ha voluto condividere cosa è successo al figlio, e a tutta la famiglia, attraverso un post su Facebook:
 
‘Sono Tommaso, ragazzo cieco che non parla. Ho ricevuto un atto di pesante discriminazione….Mi trovavo presso l’hotel di San Martino di Castrozza. Degli ospiti della sala ristorante erano infastiditi dalla mia presenza e se ne sono lamentati con l’albergatrice che ha proposto ai miei di prendere i pasti successivi in una saletta separata dai vetri ambrati oscurati. Lo ha proposto a noi e non a loro… Sono stato trattato come un cane non ammesso nella sala ristorante comune. Ovviamente siamo ripartiti perché non è piacevole restare dove non si è graditi. Vacanze rovinate e tanto ma tanto amaro in bocca.”

Chiedono di allontanarsi perché il figlio è disabile

Insomma, la vicenda è molto chiara, che spiacevole è dir poco. Gli ospiti erano infastiditi dalla presenza del ragazzo, con gravi difficoltà, e per questo, il loro smodato e disumano ”senso sociale” da borghesi insensibili li ha addirittura portati a comunicarlo all’albergatore. Già di per sé è una cosa incredibile. Ma non è finita qui, perché il denaro è superiore a qualsiasi forma di discriminazione, e quindi l’albergatore stesso ha agito, senza un minimo di ritegno, accogliendo le richieste dei suoi consumatori e proponendo all’intera famiglia del ragazzo di spostarsi in un’altra sala per terminare il loro pasto. Una saletta separata, con vetri oscurati. Insomma, tutta la famiglia doveva essere ”ghettizzata” per non intaccare la sensibilità degli altri ospiti. Un qualcosa di davvero spiacevole, perché lascia trapelare la parte peggiore del nostro Paese, quella insensibilità e distanza che fin troppo spesso porta l’essere umano a non considerare il dolore e i sacrifici altrui. L’insensibilità del nuovo secolo, e della modernità cyber-borghese, capitalista e perbenista, sbattuta in faccia in tutta la sua tracotanza.

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