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Strage di Cisterna, ecco come sono morte Alessia e Martina

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Avevano paura di quel papà diventato troppo geloso della loro mamma. Per Alessia e Martina, le due ragazzine uccise oggi a Cisterna di Latina dal padre, l’appuntato dei carabinieri Luigi Capasso, la vita era drasticamente cambiata dal 4 settembre, giorno in cui i genitori avevano iniziato a vivere separati.
Una decisione voluta da Antonia Gargiulo: troppe le incomprensioni, le differenze. E l’amore, da parte sua, si era esaurito tra mille timori.
Aveva cambiato la serratura alla porta, ma questo non è bastato per fermare la follia di quell’uomo che su Facebook scriveva di essere il padre orgoglioso di due bambine e “non dire mai ‘a me non accadrà’ e ‘io non lo farei mai’, perché la vita sa essere imprevedibile e nessuno è immune da certe cose. Tutto capita, anche quello che non avresti mai immaginato”.
E di certo non immaginavano di essere uccise proprio dal loro padre, Alessia e Martina.
“Avevo incontrato le bambine qualche tempo fa ed erano terrorizzate dal padre”. Queste le parole di Maria Belli, avvocato di Antonia Gargiulo, moglie dell’appuntato scelto Luigi Capasso. “La situazione tra la coppia era tesa e tutto si era aggravato quando, lo scorso mese di settembre, lui aveva aggredito la moglie davanti alla Findus, dove la donna lavora. Non solo, perché in precedenza l’aveva aggredita anche a casa, davanti alle bambine” aggiunge ancora l’avvocato.
Dai primi riscontri, emerge che Luigi Capasso abbia ucciso Alessia, la figlia più grande, mentre era nella sua stanza, con un colpo all’addome, mentre la piccola Martina è stata colpita da un colpo alla schiena mentre stava dormendo nel letto matrimoniale.

Le due bambine sono state uccise subito: quando i corpi speciali dei carabinieri hanno fatto irruzione nell’appartamento erano prive di vita da circa 8 ore.

Lui, l’assassino, si era invece tolto la vita da meno di due ore: per uccidersi è entrato in camera da letto e il suo corpo è stato trovato riverso tra il comodino e il letto matrimoniale.

Nel profilo Facebook di Luigi colpisce un discorso preso dal web e copiato sulla sua bacheca. “A volte prende la voglia di diventare cattivo, ma purtroppo lo dici, ma poi non lo fai, per il semplice motivo che cattivi ci si nasce. Le persone cattive hanno proprio un’anima diversa, un modo di pensare diverso. Inutile dannarsi e domandarsi perché arrivano a tanto. Chi non capisce valori e sentimenti non lo capirà mai”. Ma Luigi quella voglia di diventare cattivo l’ha avuta. Forse sarà pure inutile dannarsi e domandarsi perché, ma certi interrogativi resteranno sempre nel cuore di chi voleva un bene dell’anima a quelle bambine e, soprattutto , a quella madre che ora lotta tra la vita e la morte e per la quale non si sa se sarà più dolorosa la prima o la seconda.

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