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Ecologia Viterbo e RIDA Ambiente, da Aprilia chiesti chiarimenti: «Regione non consenta forme di abuso di posizione dominanti»

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Continua il braccio di ferro nel Lazio, seppur a distanza considerando la lontananza tra Aprilia e la Tuscia, tra due attori importanti nella questione rifiuti nella Regione, rispettivamente Rida Ambiente e Ecologia Viterbo. Come sottolineato più volte, infatti, anche se i riflettori sono quasi sempre tutti attorno alla ‘spazzatura’ della Capitale come in questi giorni – il cui problema non è tanto la raccolta in sé dei sacchetti, che pure è una parte del problema, ma soprattutto il “dove” trattarli/portarli per chiudere il ciclo dei rifiuti – in realtà la questione è molto più ampia e coinvolge tutta una serie di vicende parallele seppur tutte in qualche modo collegate tra loro.

Una di queste è proprio la “battaglia” sorta per l’appunto tra l’azienda pontina di Fabio Altissimi e il sito di Viterbo riconducibile alla galassia Cerroni. Quest’ultimo sito è uno dei pochi nel Lazio, come Roncigliano ad Albano per intenderci, in grado di accogliere – sintetizzando molto – gli scarti della lavorazione dei rifiuti degli impianti sparsi qua e là nella Regione. Una discarica nel “vecchio” significato del termine. Senza di loro tutto si blocca, compresa la spazzatura di Roma. E quindi, in qualche modo, pur essendo l’ultimo anello della catena ne rappresentano l’elemento imprescindibile.

Ecologia Viterbo e RIDA Ambiente: i motivi alla base dello “scontro”

Ebbene, circa un mese fa lo scontro tra le due aziende è finito sui giornali. Ecologia Viterbo era stata infatti ‘accusata’ di voler mettere i bastoni tra le ruote al piano straordinario di pulizia di Gualtieri per le strade di Roma bloccando in qualche modo i conferimenti da parte di RIDA; il neo Sindaco aveva infatti individuato – eravamo attorno alla fine di novembre – proprio nel sito di Aprilia uno dei nodi da cui far transitare la spazzatura prima di raggiungere Viterbo mentre, come scriveva Repubblica, Cerroni spingeva affinché si riaprisse il TMB a Guidonia.

L’accusa, ovviamente, era stata prontamente respinta dall’Azienda viterbese al mittente (lamentando “problemi circa la qualità del conferito”) attraverso una nota (leggi qui) ma, nonostante le spiegazioni fornite, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato aveva deliberato di avviare a inizio dicembre un procedimento avverso l’azienda. L’ipotesi era quella di un presunto abuso consistente nel rifiuto immotivato di fornire l’accesso alla propria discarica alla RIDA Ambiente.

Il procedimento del Garante e il coinvolgimento della Finanza

Questa la nota del Garante: «L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha deliberato di avviare un procedimento istruttorio nei confronti di Ecologia Viterbo S.r.l., società in posizione dominante sul mercato laziale dello smaltimento degli scarti generati dal trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati, per accertare un presunto abuso consistente nel rifiuto ingiustificato di garantire accesso alla propria discarica a RIDA Ambiente S.r.l. (operatore attivo nella fase del trattamento dei rifiuti che necessita di conferimento in discarica)».

«L’Autorità, considerando il contesto di grave emergenza rifiuti nella Regione Lazio, ha contestualmente avviato un procedimento per la possibile applicazione di misure cautelari. L’Antitrust ipotizza infatti che la prosecuzione del comportamento contestato sia suscettibile di produrre un danno grave e irreparabile per la concorrenza, che potrebbe non solo causare l’uscita di RIDA dal mercato, ma anche impedire la sottoscrizione di un accordo tra quest’ultima e AMA S.p.a. per una pronta risoluzione della situazione di emergenza connessa allo smaltimento dei rifiuti indifferenziati nel territorio di Roma Capitale. Peraltro tale ultimo accordo avrebbe conseguenze positive anche sulla tariffa pagata dagli utenti finali».

Inoltre, l’organo di controllo aveva annunciato di aver svolto, “ispezioni nelle sedi delle società interessate con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza”.

L’istanza di RIDA Ambiente: «Regione non consenta forme di abuso di posizione dominanti»

Arriviamo così a oggi. Non una data qualunque, quella dell’ultimo dell’anno, considerando che il 31/12/2021 è il giorno in cui scade il contratto che Ecologia Viterbo aveva con tutta una serie di gestori per il conferimento dei rifiuti. Una data cruciale insomma da cui, a catena, dipenderanno tante altre vicende.

Per questo RIDA Ambiente ha deciso di inviare l’altro ieri in Regione una missiva facendo presenti tutte le incongruenze emerse fino ad ora. I più attenti si saranno accorti che menzioniamo soltanto ora l’organo Regionale, ma il problema risiede proprio qui, nella mancanza cioè di programmazione (e soprattutto di esercizio del suo ruolo di Governo e indirizzo) sul tema rifiuti che ha consentito il protrarsi di questo enorme far west a cui metter mano è sempre più complicato. In altre parole, fino a quando “a monte” non si stabiliranno regole precise e trasparenti per tutti gli attori coinvolti, si continuerà a passare da un’emergenza all’altra. 

Ad ogni modo, tornando all’istanza della Rida Ambiente, la ditta di Altissimi fa notare che da un lato “Ecologia Viterbo avrebbe annunciato il diniego alle esigenze di conferimento dei rifiuti urbani prodotti e raccolti nelle Province di Latina e Frosinone” ma dall’altro la stessa Regione avrebbe chiesto all’azienda di Cerroni diripartire equamente, in proporzione ai rispettivi fabbisogni e non escludendo nessuno le volumetrie disponibili tra tutti i gestori degli impianti in indirizzo negli ATO Frosinone e ATO Latina, al fine di evitare l’interruzione della raccolta dei rifiuti”. 

In attesa di chiarire questi aspetti, che rappresentano indubbiamente comunque un controsenso, Altissimi chiede comunque alla Regione chiarezza: “Riteniamo che per ‘fabbisogno’ debba essere inteso in proporzione della rispettiva capacità autorizzata di trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati, ossia l’unico criterio oggettivo ed equo di valutazione, e in rapporto alla specifica considerazione nel piano regionale dei rifiuti come impianti (TMB/TBM) posti formalmente a servizio del relativo ciclo”.

“Ciò al fine di impedire che, attribuendo a tale locuzione altri significati”, prosegue RIDA, “come ad esempio l’attuale fabbisogno di fatto e non a quello autorizzato, l’Autorità Regionale possa consentire, e/o di fatto contribuire e/o favorire, eventuali forme di abuso di posizione dominante da parte del soggetto in condizione di monopolio di fatto/situazione dominante nell’ambito dello smaltimento in discarica anche in settori, come il trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati, nei quali il medesimo soggetto si trovi ad essere verticalmente integrato”. 

Insomma, RIDA chiede che la Regione, Zingaretti e Direzione Rifiuti in testa, faccia davvero la Regione impedendo che le decisioni vengano prese, sebbene non formalmente ma in realtà poi nei “fatti”, da attori situati a valle del ciclo di rifiuti e non come dovrebbe accadere, cioè a monte, dalle Istituzioni. E dunque dalla Regione.

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