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I lidi di questa zona balneare potrebbero finire sott’acqua, arriva la conferma

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Sabaudia

I lidi di una specifica zona balneare potrebbero finire sott’acqua. E’ arrivata la conferma proprio in questi giorni, ecco lo studio.

Secondo un recente studio, alcuni lidi laziali potrebbero finire proprio sott’acqua. La causa sarebbe addebitabile all’innalzamento del livello del mare, causato a sua volta dal riscaldamento globale.

Ma quali sono le zone interessate questo fenomeno che dovrebbe verificarsi tra molti anni?

I lidi che potrebbero finire sott’acqua sono quelli di Latina e le spiagge di Sabaudia, oltre che i grandi laghi salmastri e le zone umide del Parco Nazionale del Circeo.

Ma vediamo nel dettaglio cosa potrebbe accadere e quando.

I lidi di questa zona balneare potrebbero finire sott’acqua

Secondo quanto è emerso da uno studio abbastanza recente, le spiagge di Sabaudia, nonchè il lido di Latina, i grandi laghi salmastri e le zone umide molto preziose del Parco Nazionale del Circeo potrebbero finire proprio sott’acqua. Quando?

Il tutto dovrebbe avvenire entro la fine del secolo. Si sono alte possibilità che queste aree finiscano completamente sotto acqua entro la fine del secolo.

Si tratta di zone che sono particolarmente amate dai turisti, dagli amanti della natura e di conseguenza la notizia ha destato parecchio stupore.

Interessate anche le aree di Borgo Sabotino, che si trova davanti il litorale di Foce Verde.

Tutto questo è il risultato di uno studio che è stato effettuato negli ultimi tempi e presentato dall’Agenzia nazionale per le Nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile nel corso del XXI Congresso international Union for Quaternary Research che si è svolto a Roma.

Purtroppo da questo studio è emerso che anche altre zone sarebbero destinate a finire sott’acqua.

i lidi
i lidi-ilcorrieredellacittà.com

Le zone interessate

Parliamo delle seguenti aree costiere, ovvero quella Follonica-Piombino-Marina di Campo in Toscana, Alghero-Fertilia in Sardegna.

I ricercatori sono giunti a questa conclusione, sulla base di alcuni calcoli effettuati e che hanno permesso di disegnare delle mappe riguardanti il rischio di inondazione, ovviamente prendendo in considerazione diverse fonti di dati.

Tra questi le indagini satellitari effettuate grazie alla rete Copernicus dell’ESA/ Commissione Europea, e poi i rilievi cartografici effettuati sul campo ed ancora i modelli predittivi sull’impatto del cambiamento climatico.

Purtroppo sulla base di questi dati è emerso che le aree costiere pianeggianti sono maggiormente a rischio di finire sott’acqua per via del riscaldamento globale.

Una delle principali conseguenze è dovuta all’innalzamento del mare, dovuto allo scioglimento dei ghiacci.

A dimostrazione di quanto abbiamo appena detto, c’è purtroppo un video che è stato diffuso dalla Nasa e che mostra come negli anni ed esattamente dal 1993 ad oggi, purtroppo il mare sia salito di ben 10 metri.

Le parole degli esperti

innalzamento dei mari
innalzamento dei mari-ilcorrieredellacittà.com

Uno scenario davvero inquietante che mostra come la situazione sia davvero molto preoccupante.

Le conseguenze potrebbero essere davvero tante, ma c’è un elevato rischio di inondazioni. Il mare potrebbe invadere intere zone e diverse terre potrebbero diventare mare.

Questo lo scenario possibile, a meno che non si decida di intervenire prontamente con valide soluzioni per fermare e contrastare le emissioni di CO2 ed anche altri gas climalteranti che sarebbero la causa principale di tutti questi “danni”, tra cui l’innalzamento del mare.

Una cosa è certa, che stando agli studi effettuati, le previsioni non sono per niente incoraggianti, visto che il mare si alzerà ancora di oltre 7 metri, per via dello scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia.

“I risultati dei nostri studi hanno dimostrato che entro la fine del secolo, i beni maggiormente esposti al rischio di inondazione sono le zone umide, le aree di retrospiaggia e retroduna e alcune infrastrutture marittime”. Queste le parole del Dottor Sergio Cappucci.

Così come ha spiegato il dottore Sergio Cappucci, il ricercatore del Laboratorio ENEA di Tecnologie per la dinamica delle strutture e la prevenzione del rischio sismico e idrogeologico, l’innalzamento del mare non sarà la sola causa del rischio di sommersione delle aree sopra citate.

Riguardo queste zone umide e le aree di retrospiaggia, secondo l’esperto, il rischio di inondazione è dovuto alla subsidenza e alla bassa quota.

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